Giorgetti choc: fondi della Lega sotto sequestro, se i giudici ci condannano chiudiamo

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giorgetti è netto: se il Riesame confermerà la condanna per i conti della Lega, il partito chiude, perché non avrà più entrate

ROMA – “La sentenza sui fondi della Lega? Se il tribunale del Riesame conferma la condanna, il 6 settembre il partito chiude”. Lo ha dichiarato Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, intervenendo alla Festa del Fatto Quotidiano in Versiliana. Intervistato dal direttore Peter Gomez, Giorgetti ha parlato dalla sentenza attesa dopo il 5 settembre (clicca qui per leggere il piano b di Salvini).

In quella data il Tribunale del riesame di Genova si esprimerà sul sequestro dei conti leghisti dopo la condanna per truffa ai danni dello Stato di Umberto Bossi e Francesco Belsito. La sentenza, secondo alcune ricostruzioni di stampa, potrebbe far saltare l’esecutivo. Non è da escludere che un verdetto sfavorevole possa spingere la Lega a chiedere ‘elezioni anticipate’. “Avrebbe una conseguenza definitiva, la chiusura del partito, senza che quel processo sia finito. Se tutti i futuri proventi che arrivano alla Lega vengono sequestrati, è evidente a quel punto che il partito non può più esistere. Perché non ha più soldi”.

Autostrade, anzitutto revocare la concessione

Sulla questione delle autostrade, Giorgetti ha detto: “Primo obiettivo è la revoca della concessione alla società Autostrade, poi discuteremo politicamente come procedere”. Tuttavia “la responsabilità di Autostrade appare evidente, e la vedo difficile pensarla diversamente”.

Migranti, chiudere gli arrivi

E sui migranti  “l’Italia deve dimostrare di essere uno Stato serio, deve dimostrare fermezza, uno Stato deve avere dei confini. Se dimostri fermezza chiudi il tema degli arrivi, se chiudi gli arrivi poi puoi discutere dei migranti che ci sono qui”. E quindi “rimpatriare quelli che non hanno diritto di essere qui e regolarizzare quelli che invece hanno diritto di essere qui”.

Sforamento del 3%: sì se necessario

Quanto allo sforamento del 3%, “se è necessario per mettere in sicurezza il Paese, anche sì. Credo che sia interesse anche dell’Europa. Il fatto che negli ultimi 20 anni non ci siano stati più investimenti seri, soprattutto per il mantenimento delle infrastrutture di questo Paese, rende indispensabile e urgente mettere mano non solo ai ponti, ma anche a scuole, edifici pubblici a rischio. Sono situazioni – ha concluso Giorgetti – per cui dobbiamo intavolare con la Ue un negoziato serio”. 

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