Guerriglia a Milano: indagati i rapper ‘Baby Gang’ e ‘Neima Ezza’, perquisite le case di 13 giovani

Operazione degli agenti della Digos, della squadra Mobile e del commissariato Bonola

La Polizia di Stato (Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse)

MILANO – Sono giovani tra i 16 e i 27 anni. Sono tutti indagati per la guerriglia urbana scoppiata nel quartiere milanese di San Siro la scorsa settimana: l’accusa è di aver lanciato sassi, bottiglie e bastoni contro la polizia intervenuta per disperdere la folla di ragazzi accorsi per partecipare al video musicale di ‘Neima Ezza’, rapper italo marocchino cresciuto nel quartiere.

Questa mattina gli agenti della Digos, della squadra Mobile e del commissariato Bonola hanno perquisito le case di 13 giovani, tre sono minorenni, accusati (a vario titolo) di resistenza a pubblico ufficiale, porto d’armi e manifestazione non autorizzata. Notificati anche sei provvedimenti di prevenzione dell’Anticrimine. Cinque di loro, tra i 18 e i 27 anni, hanno ricevuto l’avviso orale del questore Giuseppe Petronzi, mentre per un altro giovane, 20enne residente a Sondrio, è scattato il foglio di via obbligatorio e non potrà rientrare a Milano per tre anni. Al vaglio, per altri 4 ragazzi tra i 18 e i 25 anni, la proposta della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza in virtù della loro ‘pericolosità sociale’.

Venerdì 9 aprile erano accorsi quasi in 300 per le riprese del video musicale, invitati a fare da scenografia dallo stesso Neima Ezza. E qui alcuni giovani avevano iniziato a saltare su alcune auto in sosta. Una situazione che aveva provocato una pioggia di chiamate a polizia e carabinieri e sfociata, all’intervento delle forze dell’ordine con scene di guerriglia e i ragazzi che hanno lanciato pietre, bastoni e bottiglie contro polizia e carabinieri. Tanto che c’era stato bisogno del lancio di un lacrimogeno per disperderli.

Le indagini hanno permesso agli inquirenti di ricostruire l’accaduto: i rapper 19enni Amine Ez Zaaraoui, in arte ‘Neima Ezza’ e Zaccaria Mohuib, in arte ‘Baby Gang’, avevano dato appuntamento in zona San Siro ai propri fan per la registrazione di un video musicale. Tra gli iscritti nel registro degli indagati dal capo del pool antiterrorismo Alberto Nobili, anche il rapper 19enne e lo stesso ‘baby gang’. Proprio ieri il sindaco Beppe Sala aveva ricevuto a Palazzo Marino altri due rapper, Rondo Da Sosa e Sacky, che fanno parte della stessa crew degli indagati (loro però non hanno partecipato alla guerriglia).

“La prima volta che sono entrato dentro è stato a 15 anni a Bologna, poi mi hanno trasferito al Beccaria (il carcere minorile di Milano ndr) da dove sono uscito 6 volte fino alla fine della pena. Io adesso sto facendo musica, mi sto comportando bene ma quello che ho fatto io, tra i rapper in Italia, non l’ha fatto nessuno”. È un passaggio dell’intervista realizzata da Noisey Italia a Mouhib Zaccaria, vero nome di ‘Baby Gang’. “Baby è stato un soprannome che mi hanno dato fin da piccolo: i giornali pensavano che era il nome di una gang invece ero io che ne combinavo di ogni”, dice ancora il cantante che racconta la sua vita tra carcere e comunità.

(LaPresse)

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