I Mazzarella controllano Napoli e provincia

Le alleanze con gruppi satellite alla base del predominio della cosca

NAPOLI – L’operazione eseguita l’altro giorno dai carabinieri nel Salernitano, su indicazione della Direzione Distrettuale Antimafia locale, ha messo in evidenza come il clan Mazzarella non si fermi ai confini cittadini ma sia attivo, attraverso suoi referenti, anche al di fuori della città e anche della provincia o della regione.

La cosca del rione Luzzatti a Poggioreale ha da tempo messo in piedi alleanze con i gruppi malavitosi di altre città al fine di avere influenze non solo a Napoli. Una geografia criminale che ha permesso alla cosca di andare avanti anche nei momenti in cui a Napoli le cose non andavano bene. Chiaro il riferimento alle numerose sconfitte riportate contro il ‘cartello’ formato dai gruppi Sibillo, Nuovi Giuliano, Amirante e Brunetti che costituivano la cosiddetta ‘paranza dei bambini’ e che hanno sottratto il controllo degli affari illeciti nel centro storico proprio ai Mazzarella. Il clan di Poggioreale però ha atteso tempi migliori e quando i giovanissimi sono stati arrestati ecco che il gruppo è tornato a fare la voce grossa nel quartiere del Mercato. Questo anche grazie all’appoggio fornito al gruppo Buonerba, avversario della ‘paranza dei bambini’.

Non solo, rimanendo a Napoli, vanno evidenziate le intese con i D’Amico a San Giovanni a Teduccio e i Luongo nell’assalto agli ‘affari’ di Portici contro il clan Vollaro. Secondo l’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia la cosca ha interessi, per quel che riguarda la città di Napoli, non solo nei quartieri di Poggioreale, Mercato e San Giovanni a Teduccio ma anche al Pallonetto di Santa Lucia, a San Lorenzo e alle Case Nuove.

A Napoli. In città si registrano alleanze o comunque intese che i Mazzarella hanno stretto con i Ferraiuolo alla Maddalena, i Perez ai Decumani, i Sequino alla Sanità, i Caldarelli alle Case Nuove, i Frizziero alla Torretta e gli Zazo a Fuorigrotta, oltre ai D’Amico di San Giovanni a Teduccio e i Formisano di San Giorgio a Cremano. Nella zona di Porta Capuana c’è il gruppo Papa-Iafulli. Nei Quartieri Spagnoli i Mazzarella sono legati alla famiglia Masiello. Nell’area orientale i Mazzarella hanno rapporti, oltre che con i D’Amico del rione Villa, anche con i Montescuro di Sant’Erasmo, i Luongo di San Giorgio a Cremano e i De Bernardo di Somma Vesuviana.
Fuori città. In provincia, è fortissimo il legame tra i Mazzarella e i cosiddetti ‘mariglianesi’. Qui c’è l’articolazione dei Mariglianesi-Piezzo, mentre a Somma Vesuviana il clan De Bernardo, secondo la Dia, rappresenta una vera e propria proiezione sul territorio del clan del rione Luzzatti.

Nell’area a sud del capoluogo i Luongo-D’Amico controllano il territorio di San Giorgio a Cremano e in passato hanno avuto uno scontro con i Vollaro di Portici. Frizioni che hanno portato ad azioni di fuoco. Strettamente collegate alle dinamiche criminali di San Giorgio a Cremano sono quelle registrate a Portici: anche qui il sodalizio Luongo-D’Amico contendono la leadership malavitosa ai Vollaro.

Il nuovo corso. Quella messa in campo dal clan Mazzarella, secondo la Dia, è una vera e propria strategia espansionistica. Una strategia figlia dell’unità ritrovata in famiglia. Adesso a reggere le sorti della cosca ci sono gli eredi degli storici boss Vincenzo ’o pazzo, Ciro ’o scellone e Gennaro ’o schizzo. Figli e nipoti dei padrini deceduti o in galera. Una strategia che, non a caso, parte proprio dalla famiglia Mazzarella, spesso divisa da contrasti interni e, adesso, come mai unita, nel fare fronte comune. Chi indaga sull’organizzazione, infatti, riferisce che dal rione Luzzatti, al ‘Connolo’ fino a piazza Mercato e alla periferia orientale i ‘mazzarelliani’ si muovono ‘in blocco’ e questo ha permesso al clan di poter contare su una forza militare in grado di prendere il controllo di buona parte della città. A reggere le fila dell’organizzazione una ‘cupola’ di cui farebbero parte le nuove generazioni dei Mazzarella e diversi affiliati di lungo corso. Sotto di loro un piccolo esercito di uomini e donne cui è affidata la gestione delle attività illecite.

Secondo le ultime informazioni in possesso dell’Antimafia, quello che è stato definito il ‘mostro tricefalo’ avrebbe diversi quartier generali, uno per ogni ‘anima’ della famiglia. Il primo è quello di via Claudio Miccoli, nel cosiddetto ‘Connolo’, dove abita Salvatore Barile, nipote e presunto erede del boss Vincenzo Mazzarella, deceduto per cause naturali quasi tre anni fa. Il secondo, invece, è nella zona di Porta Nolana dove abitano i figli di un altro padrino dell’organizzazione, Gennaro ’o pazzo. Qui a comandare sono Ciro e Alberto Mazzarella insieme a un nutrito gruppo di affiliati. Nella zona di vico Soprammuro, invece, a gestire le attività dell’organizzazione sarebbe un personaggio che, in passato, era stato legato al gruppo di Ciro Mazzarella detto ’o scellone. A questi, inoltre, va aggiunto un quarto gruppo, quello che opera tra San Giovanni a Teduccio e San Giorgio a Cremano e che fino al momento del suo arresto era retto da Franchetiello ’o parente, al secolo Francesco Mazzarella, figlio di Salvatore, ucciso dai Rinaldi.

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