Il decreto è pronto per Reddito di cittadinanza e Quota 100. Carcere per furbetti

Foto Fabrizio Corradetti / LaPresse

ROMA – Fino a sei anni di carcere per chi dichiara il falso al fine di ottenere il reddito di cittadinanza, che sarà erogato agli stranieri solo se residenti in Italia da 10 o più anni.

Convenzioni con le banche per il trattamento di fine servizio ai dipendenti pubblici che aderiranno a Quota 100. Consiglio di amministrazione per Inps e Inail, ma “senza nessun commissariamento”, assicura l’esecutivo.

Sono queste le ultime novità del maxi-decreto con le regole delle due misure bandiera del governo M5S-Lega. Il testo esce dal ministero del Lavoro guidato da Luigi Di Maio, arriva a Palazzo Chigi ed è pronto per essere esaminato dal consiglio dei ministri.

Un pre-consiglio si dovrebbe tenere martedì, la riunione vera e propria giovedì

Nei ventisette articoli, vagliati dall’ufficio legislativo del dicastero, prendono forma reddito di cittadinanza e quota 100. Entrambe le misure partiranno in aprile.

La novità principale rispetto alle bozze precedenti è che bisognerà dimostrare 10 anni di residenza in Italia per ottenere il beneficio. Una prima versione, invece, prevedeva l’erogazione ai cittadini stranieri residenti in Italia da almeno 5 anni.

Dopo più di una polemica da parte delle opposizioni, e malumori dalla Lega, il M5S si è messo al lavoro per rivedere il principio di ‘lungo soggiorno’ nel nostro paese, allungandone il periodo.

Altro dettaglio interessante riguarda chi cerca di ottenere i soldi fornendo dati falsi

In questo caso si prevede “la reclusione da uno a sei anni, oltre alla decadenza del beneficio”, che non potrà essere nuovamente richiesto se non dopo un decennio. Confermate le “barriere anti-furbetti”: non si potrà lasciare un lavoro volontariamente per richiedere il beneficio (dovranno passare 12 mesi dal momento delle dimissioni).

Ci saranno anche i meccanismi di incentivazione alle imprese

Passando a quota 100, la principale novità tocca i dipendenti pubblici. Questi, al momento, possono ricevere il trattamento di fine servizio entro 6, 12 o 24 mesi dal pensionamento, in base al tipo di uscita e all’entità della liquidazione.

Per scongiurare lunghe attese, la bozza del decreto prevede che le Pubbliche amministrazioni potranno stipulare apposite convenzioni con le banche, per un’eventuale erogazione anticipata della buonuscita. Si tratterebbe di un prestito, con tassi di interesse pre-fissati.

Per quanto riguarda Inps e Inail, il maxi-decreto reintroduce il consiglio di amministrazione dei due enti, con cinque componenti compreso il presidente.

Non è però in preparazione alcun commissariamento, come era invece sembrato in un primo momento. Il dicastero guidato da Di Maio ha precisato che non prevederà alcuna decadenza degli attuali vertici, le cui funzioni saranno riviste seguendo una logica di una gestione collegiale degli enti.  (LaPresse)

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