Immacolata, in Maria risplende bellezza e amore

Monsignor Angelo Spinillo

AVERSA – La Festa dell’Immacolata Concezione di Maria è stata presente da tempi immemorabili nella tradizione ecclesiale. L’8 Dicembre 1854 Pio IX ne proclamò il dogma con la Bolla  “Ineffabilis Deus”. La festa dell’Immacolata Concezione di Maria è, dunque, stata presente nella vita e nel credo dei fedeli già molto prima della proclamazione del dogma che ne affermava il contenuto, con proclamazione pubblica e universale, quale fede della Chiesa Cattolica.  


Nel 1856, l’Arcivescovo di Torino, in un suo volume di “Ragionamenti”, ovvero di “omelie”, su “Il dogma dell’Immacolata”, diceva: “Io intesi di proporre il dogma dell’Immacolata qual principio di ristorazione nell’odierna civile società”. È oggi legittimo chiederci in che maniera una definizione dogmatica potesse essere di aiuto anche alla vita della società civile. Nell’insegnamento della Chiesa e nel pronunciamento del dogma, Maria è la creatura umana nella quale risplende tutta la bellezza e la vitalità del pensiero e della volontà d’amore del Creatore. Dio, infatti, non si rivela come una realtà astratta, immanente alla natura umana o come un’irragionevole potenza che dirige in maniera inconoscibile i destini della storia del mondo. Dio si rivela come una presenza che si comunica nel dialogo con ogni essere umano e che chiama l’umanità a partecipare di questa possibilità di comunicare con lui nella verità della vita.


Maria, non condizionata dal peccato, è la creatura umana che accoglie senza resistenze e senza riserve, nella più totale disponibilità la possibilità di vivere la vita di comunione con Dio, la stessa vita di Dio. Nell’Immacolato Concepimento di Maria, l’uomo conosce di non essere più soggetto a potenze che lo sottomettono condizionando con l’ombra del peccato la sua apertura alla luce di Dio, né più un miserabile che si esalta proiettandosi in una vana ombra di suoi desideri. L’uomo scopre di essere chiamato alla libertà di un dialogo vitale con l’Eterno Dio, scopre di poter essere soggetto di un dialogo nel quale, con Dio, egli stesso, come figlio, diventa partecipe della creazione, scopre di poter essere protagonista di una storia illuminata e resa feconda dall’apertura all’amore. La Chiesa riconosce in Maria colei che, chiamata per grazia a vivere nella comunione con la presenza di Dio, offre la sua totale disponibilità, la sua piena libertà nel corrispondere all’amore che le è donato e della cui santità è pienamente partecipe.

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