Inps: cresce il numero delle pensioni pubbliche, ma assegni più bassi

Un andamento che secondo il Pd conferma l'iniquità di quota 100

Foto Claudio Furlan - LaPresse

ROMA – Nell’anno della pandemia aumenta il numero delle pensioni pubbliche ma scende il loro importo. E la quota degli assegni di anzianità o anticipati resta prevalente. Ad aggiornare la mappa previdenziale nazionale è l’Inps che rende noto come le pensioni del settore pubblico liquidate lo scorso anno sono aumentate, rispetto all’anno precedente, dell’8,4%. Passando da 165.327 nel 2019 a 179.230 nel 2020. In calo però gli importi medi mensili, che scendono dai 2.069,69 euro del 2019 ai 1.997,71 del 2020, con un decremento percentuale del 3,5%. Nel complesso al 1° gennaio 2021 il numero complessivo delle pensioni statali è pari a 3.029.451, in aumento dell’1,3% rispetto all’anno precedente, in cui erano 2.990.412.

La quota 100

Resta prevalente anche grazie all’introduzione di quota 100 il numero delle pensioni di anzianità o anticipate che raggiungono il 58% del totale. Solo il 14,2% sono pensioni di vecchiaia con importo complessivo annuo di 12,740 milioni di euro mentre le pensioni di inabilità sono il 7% e il restante 20,8% è costituito, complessivamente, dalle pensioni erogate ai superstiti. Nella ripartizione poi delle pensioni per categoria e sesso si osserva che il 59,2% del totale dei trattamenti pensionistici è erogato alle donne, contro il 40,8% erogato ai maschi. In tutte le categorie, eccetto la categoria delle pensioni di inabilità, si rileva una maggior presenza di pensionate sui pensionati, con differenziazione massima nelle pensioni ai superstiti in cui le donne rappresentano il 17,4% del totale delle pensioni e i maschi il 3,4%.

La linea del Pd

Un andamento che secondo il Pd conferma l’iniquità di quota 100. “Avevamo avvertito fin dall’inizio che Quota 100 avrebbe anticipato la pensione ai lavoratori più stabili e sicuri, sottraendo risorse ai giovani e mettendo in secondo piano i lavoratori fragili o chi svolge impieghi usuranti e gravosi. Oggi i dati Inps dimostrano tutta l’iniquità di questa misura e devono far riflettere tutti sulle prossime riforme del sistema previdenziale. La promessa di Salvini di un giovane assunto per ogni pensionato non si è concretizzata. Tutti hanno diritto a una pensione dignitosa a un’età dignitosa. Ma qui si sono aumentate disuguaglianze economiche e generazionali”, spiega Chiara Gribaudo, della segreteria nazionale Pd.

(AWE/LaPresse)

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