Italia farmacodipendente, uso in eccesso di antibiotici e statine

L'Agenzia Italiana del Farmaco ha elaborato e reso disponibili per la prima volta online i Report regionali sul consumo dei farmaci nell'anno 2017

MILANO – Troppi antibiotici al Sud, un eccesso di vitamina D in tutta Italia. Oltre a un consumo sopra la media di statine in un gruppo di regioni del meridione. E non è finita qui: restano ancora dati da approfondire sui consumi di farmaci cardiovascolari. E’ quanto l’Agenzia Italiana del Farmaco ha elaborato e reso disponibili per la prima volta online i Report regionali sul consumo dei farmaci nell’anno 2017.

Le finalità del report

Obiettivo principale dei rapporti è fornire ai referenti regionali uno strumento per la programmazione sanitaria e delle iniziative di formazione e informazione. I report sono stati elaborati sulla base dei dati utilizzati per la stesura del Rapporto OsMed 2017: per ciascuna regione sono presentate le analisi contenute nel Rapporto nazionale, ritenute di maggior impatto.

Il bilancio

In particolare, i report forniscono i dati di spesa e consumo, relativi sia all’assistenza convenzionata sia all’acquisto da parte delle strutture sanitarie pubbliche, con diversi livelli di aggregazione. Inoltre, viene presentato l’elenco dei principi attivi a maggior consumo, spesa e variazione della stessa rispetto all’anno precedente.

Italia divisa

“Le differenze che emergono, partendo dagli antibiotici, confermano un consumo diverso fra Nord e Sud, e già diversi studi – ha spiegato Francesco Trotta, coordinatore del gruppo di lavoro Osmed – fanno pensare ad una potenziale inappropriatezza. Campania, Puglia, Calabria e Sicilia sono le regioni con i consumi maggiori”.

Statine

Per le statine, la differenza viene considerata fra gli esperti da approfondire; ma le regioni che ne consumano di più sono la Campania, la Puglia, la Sardegna e le Marche.

Farmaci generici

Infine i farmaci generici: resta più netta la propensione dei pazienti delle regioni del Nord a scegliere un farmaco a brevetto scaduto, e per questo più economico; mentre per i farmaci biosimilari (i biologici a brevetto scaduto) la situazione è più a macchia di leopardo.

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