Lavoro, nel 2017 più tempo determinato. Boeri: “Si rischia il parasubordinato”

Un focus sugli intermittenti curato dall'Inps mostra come questa specifica tipologia abbia visto le sue fila crescere addirittura dell'80,9%

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse in foto Tito Boeri

MILANO (AWE/LaPresse)“C’è il rischio di un ritorno del dualismo contrattuale, in cui abbia un peso molto rilevante il cosiddetto parasubordinato. Cioè il fenomeno per cui a molti giovani alle dipendenze viene chiesto di aprirsi la partita Iva”. Lo ha affermato il presidente dell’Inps, Tito Boeri, a margine di un evento all’Università Bocconi di Milano.

Occupazione, le osservazioni di Boeri

Il presidente ha osservato come la tendenza all’aumento dei contratti a tempo determinato vada ormai avanti “da tempo”. Ma anche quanto sia importante “monitorare quello che succederà nei mesi futuri, soprattutto anche a seguito delle innovazioni che sono previste nella legge di bilancio”. E in particolare tassazione agevolata e flat tax per le partite Iva.

Il bilancio

I dati sul mercato del lavoro diffusi in mattinata dall’istituto di previdenza, intanto, quantificano il balzo del tempo determinato in un +27,8% per il settore privato nel 2017. Questo a fronte di una flessione dell’1,7% per il tempo indeterminato. E di una complessiva crescita del 4,1% dei dipendenti, che si attestano a quota 15,3 milioni. Con una retribuzione media di 21.535 euro e una media di 243 giornate giornate retribuite nell’anno.

Aumenta il lavoro a tempo determinato

Un focus sugli intermittenti curato sempre dall’Inps mostra poi come questa specifica tipologia, composta nella maggior parte dei casi da lavoratori a tempo determinato, abbia visto le sue fila crescere addirittura dell’80,9% rispetto all’anno precedente. Interrompendo un trend negativo che era iniziato nel 2013.

Tale andamento, si legge nel documento, riflette soprattutto la necessità per le imprese di ricorrere a strumenti contrattuali sostitutivi dei voucher. Cancellati dal legislatore a partire da marzo 2017 e sostituiti, da luglio e solo per le imprese con meno di 6 dipendenti, dai nuovi contratti di prestazione occasionale.

I dipendenti

Mentre un secondo focus dedicato questa volta ai dipendenti in somministrazione registra anche per loro una decisa espansione del 25,2%, che dà seguito a una tendenza iniziata già nel 2014. E rafforzatasi sempre con l’abolizione dei vecchi buoni lavoro. Un discorso a parte, nel quadro complessivo dell’anno scorso, riguarda infine il mondo agricolo. Oggetto di rilevazioni separate da parte dell’Inps.

La manodopera nelle aziende agricole

Il numero di aziende che occupano operai agricoli dipendenti è cresciuto nel 2017 dello 0,9%, mentre quello degli operai è aumentato del 2,4%. “Quasi un terzo dei lavoratori dipendenti è rappresentata da giovani sotto i 35 anni, per un totale di 343mila”, segnala a riguardo Coldiretti, “un dato che conferma la rinnovata attrattività della campagna per i giovani con l’agricoltura diventata un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale”.

di Marco Valsecchi

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