L’intervista. Brunella Selo tra Napoli e Brasile: “Siamo unione e contaminazione”

“Vesuvião è un ponte che va dalle tarantelle alla samba”. Domani sera all’auditorum di Aversa presenta il suo ultimo lavoro

Brunella Selo

NAPOLI (Angela Garofalo) – Madrina storica del Premio Bianca D’Aponte, Brunella Selo torna all’ Auditorium di Aversa domani e presenta, in anteprima, il suo nuovo lavoro artistico dal titolo ‘Vesuvião’.

Nel panorama campano e nazionale non esiste, forse, voce più bella e suadente di quella di Brunella Selo. Non è piaggeria, ma è all’ascolto che ogni volta la sua voce si riconferma unica per registro vocale e timbro. Spazia nell’ambito della world music cantando in portoghese, spagnolo, napoletano, greco e galenico. Un caleidoscopio di sonorità che attraversa con grande maestria e pathos.

Di voci come la sua ce ne sono veramente poche. Ricercatrice e sperimentatrice di territori e sonorità etniche altre dalla propria, è indubbio che Brunella Selo, consapevole di questo strumento potente e ammaliante, lo sfidi allenandolo a nuove atmosfere e vibranti melodie. Vesuvião è solo l’ultimo progetto, in ordine tempo, intrapreso dall’artista partenopea che porterà tra le accoglienti e familiari pareti dell’Auditorium di Aversa un concerto pregno di sonorità e sperimentazioni. Tra tradizioni autoctone, si alterneranno villanelle e tarantelle fino ai classici dell’ottocento di Bovio e Di Giacomo.

Saltando tra le note e i chilometri di mare che ci separano, approda alle musicalità antiche e popolari del Brasile come lo chorinho e il samba, fino ad arrivare alla bossa e il jazz. Un viaggio tra le radici partenopee e la vicinanza alle melodie brasiliane. L’accompagneranno in questo concerto Pino Chillemi alla chitarra e cori, Dario Franco al contrabbasso e cori, Vincenzo Racioppi al bandolim e Robertinho Bastos alle percussioni e cori.

Brunella Selo, classe ‘59, è nata a Napoli. Ha collaborato, curandone anche gli arrangiamenti vocali, a numerosissime produzioni televisive, in Italia e all’estero, partecipando a prestigiose rassegne musicali e progetti discografici, tra gli altri: Claudio Mattone ‘A città ‘e Pulecenella e la colonna sonora di ‘Scugnizzi’, Eugenio Bennato, ‘Chorus Latino’, Peppino di Capri, Gianluigi Di Franco, Tony Esposito, Fausto Mesolella, Avion Travel, Bruno Tommaso, Antonello Paliotti, Nuova Compagnia di Canto Popolare, Sergio Rendine, Roberto De Simone, Daniele Sepe.

Proprio dalla collaborazione con quest’ultimo è nato il brano ‘Tarantella del Gargano’, colonna sonora del film di Mario Martone ‘L’amore molesto’, presentato al Festival di Cannes nel 1995.

Per molti anni si è occupata di teatro nella duplice veste di cantante e attrice, in spettacoli di grande risonanza come ‘Novecento Napoletano’, in Italia, Svizzera, Francia, Argentina, Giappone, e nella compagnia del maestro Roberto De Simone negli spettacoli ‘Le Tarantelle del rimorso’, ‘Agamennone’, ‘L’Opera dei Centosedici’, ‘Populorum Progressio’.

Nel 1999 ha partecipato alla 49esima edizione del Festival di Sanremo, come guest star nel brano di Nino D’Angelo ‘Senza giacca e cravatta’. Al fianco di Lucio Dalla e Nino D’Angelo, nel settembre 2000, in diretta su Rai1 ha partecipato alla serata inaugurale del porto di Gioia Tauro. Nell’ottobre 2008 viene pubblicato un cd-dvd dal titolo ‘Canzoni appassiunate’, concerto live realizzato in duo con Fausto Mesolella. Nel 2011 il suo ultimo lavoro, ‘Io sono Ulisse’, un concept album di 11 tracce, una metafora della vita attraverso il viaggio e la ricerca di nuovi orizzonti. Nel 2013 riceve il Premio Mario Musella alla carriera.

Nel 2015 è tra le promotrici dell’associazione ‘Napolidaorainpoi’, per la quale mette in scena, lo spettacolo ‘Canti di Natale dal mondo’ per sette voci femminili e sette musicisti, da cui viene tratto il cd omonimo, pubblicato nel 2016, sotto la sua direzione artistica. Nell’estate del 2016 fonda un quartetto tutto al femminile, le ‘SesèMamà’, tre cantanti e una pianista che insieme danno vita ad un repertorio assolutamente innovativo che in pochissimi mesi si rivela una delle realtà musicali più apprezzate da critica e pubblico, e nel 2018 esce il loro primo attesissimo disco. A Cronache racconta il suo ultimo lavoro musicale.

Vesuvião, il nome è già un ‘incontro: quando parte e dove è diretto questo progetto?

E’ il mio incontro con la musica brasiliana. Sono ormai parecchi anni che la studio e l’ascolto e ho potuto notare come sia vicina a quella napoletana. C’è un grande sentimento di vicinanza tra la musicalità napoletana e quella brasiliana. Per tanti motivi, non fosse altro, che la brasiliana come quella napoletana sono frutto di unioni di tante culture e provenienze diverse. In Brasile si parla di culture meticce, indio, africane, europee. Da noi nell’area mediterranea, vi è la presenza di culture arabe ad esempio. Siamo popoli frutto di contaminazione. La predisposizione all’integrazione razziale è insita nell’identità di questi due popoli. Così l’ho tradotto in musica.

Mentre il concerto…

Il concerto è nato proprio da questa idea, da questo ponte ideale che va dalle villanelle alle tarantelle, ai classici con Di Giacomo e Bovio dell’800 fino ad arrivare a delle forme più recenti. Per esempio facciamo anche un pezzo di Pino Daniele ed un brano mio di musica napoletana. Tutto questo affiancato ad un repertorio di forme antiche e musicali del Brasile come, chorinho, samba ma anche, la bossa e il jazz di Jobim. E come filo conduttore ci sono io, con la mia personalità artistica, esperienza musicale e vocalità.

Ascoltandola, si avverte come questo progetto leghi, o sia la naturale evoluzione, di precedenti esperienze discografiche. Mi riferisco alla penultima con le ‘SesèMamà’ e risalendo, all’intenso disco ‘Io sono Ulisse’

E’ così un po’ tutta la mia carriera musicale. Da quando ho esordito fino ad oggi è stata una contaminazione continua. Provengo dal world music, dal folklore, dalla musica popolare, è sempre stato, quasi necessario per me, questo bisogno di incrociarmi con altre forme musicali, altre identità che come me potessero viaggiare al mio fianco ma con esperienze diverse, come nel caso delle SesèMamà. Tutte veniamo da esperienze diverse ma riusciamo a trovare il punto d’incontro, così come, è avvenuto in ‘Io sono Ulisse’. C’è questa ricerca e curiosità verso il nuovo, il diverso. Questo per me è il ‘minimo comune denominatore’ di tutte le cose che ho scelto di fare.

La sua voce ha potenzialità immense. La sfida spesso?

Molto, tra l’altro c’è una differenza sostanziale ed è che la canzone brasiliana è più intima mentre, quella napoletana, è più verace ed urlata. Quest’ultima viaggia su toni più teatrali, viscerali e passionali. Mentre dal punto di vista vocale, quella brasiliana, è più morbida e per me è stato materia di studio cercare di ridimensionare un po’ quest’impeto, tipico della napoletanità, e trovare una via di mezzo. Un mare che potesse unire questi due poli geografici anche dal punto di vista della vocalità, questa è stata la cosa più stimolante per me. Sono continuamente alla ricerca di cose da cu imparare, mantiene viva la passione per quello che fai. Qui in Italia l’arte non si cura molto e se non è per la passione che uno ha.

E’ la prima volta che lo presenta. Sarà un unicum?

Sì, domenica è la prima. Promisi a Gaetano D’Aponte di tenerlo a battesimo all’auditorium. Farà parte di un disco che stiamo preparando ma sarà un live. Quindi faremo una serie di registrazioni durante i live successivi e faremo uscire a settembre un disco completamente live di questo disco. Penso che il live sia il momento migliore per ascoltare questo tipo di musica, non ha bisogno dei filtri di una sala di registrazione. Dalla prossima settimana posterò in rete dei video, dei piccoli promo di alcuni brani del disco. Sarà un’autoproduzione, quindi dal basso. Conterà brani editi e un paio di inediti, uno scritto da me insieme ad Alessio Sollo, un bravo poeta napoletano conosciuto sui social. Questo pezzo fatto con lui è veramente il tassello che mancava, l’ho musicata ispirandomi proprio a questo viaggio tra Napoli e Rio.

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