Minori: vittime di reati in aumento. Mattarella: “Ancora troppi diritti negati”

"Ogni bambino deve poter godere degli stessi diritti, senza eccezione alcuna".

(Foto di Paolo Giandotti - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

ROMA – “Ogni bambino deve poter godere degli stessi diritti, senza eccezione alcuna”. E’ il monito del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia.

Il 20 novembre del 1989, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la Convenzione internazionale che, per la prima volta, riconosceva i bambini come aventi diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici. Il trattato è stato ratificato dall’Italia il 27 maggio 1991.

La Convenzione, ricorda Mattarella, afferma il diritto ad una infanzia felice e ribadisce il divieto di ogni forma di sfruttamento dei bambini e degli adolescenti e la giornata è la data simbolica per “rimarcare i loro diritti e far sì che la difesa di questi si nutra di azioni concrete”, prosegue.

Nonostante l’impegno, però, osserva, ancora oggi “assistiamo troppo spesso alla loro negazione”. Il Capo dello Stato ricorda i bambini che perdono la loro infanzia e la loro libertà perché ‘arruolati’ nelle zone di guerra, i piccoli profughi, “costretti a fuggire per guadagnare una speranza di vita”, i bambini impiegati nel lavoro minorile o reclutati dalla criminalità perché “nati in contesti di privazione economica ed educativa”. Ma anche le bambine “usate come merce di scambio, costrette a matrimoni spesso non voluti e precoci, costrette a vivere ogni giorno in un incubo: bambine alle quali vengono distrutti i sogni e l’attesa di una vita libera”.

Sui social Papa Francesco ricorda che non è possibile slegare il rispetto per i più piccoli dal futuro dell’umanità: “Il modo in cui ci relazioniamo ai bambini, la misura in cui rispettiamo la loro innata dignità umana e i loro diritti fondamentali, esprimono quale tipo di adulti siamo e vogliamo essere e quale tipo di società vogliamo costruire”.

Il report della Direzione centrale polizia criminale non riporta dati confortanti e mette in luce un aumento di reati di atti sessuali con minorenni (+7%), adescamento di minori (+5%) e violenza sessuale a danno di minori (+24%).

I minori di 14 anni sono vittime “ampiamente prevalenti in tutti i reati”, rileva il dossier. Nella maggior parte dei casi, l’incidenza delle vittime italiane è di gran lunga superiore rispetto a quella registrata per le vittime straniere, arrivando addirittura a superare, per tutto il periodo analizzato, il 90% nei reati di adescamento di minorenni e di pornografia minorile.

“Non servono cerimonie ma impegni per dare risposte concrete”, tuona il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo, che in occasione della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza delinea un quadro aggiornato sulle condizioni dei bambini e indica una rotta da seguire per poter fornire loro sostegno e strumenti adeguati, anche per governare i nuovi stimoli forniti dal mondo digitale.

Caffo invita a fare molta attenzione con interventi di rete, adeguati, soprattutto su certe fasce d’età, in particolare quella dei bambini molto piccoli e dell’adolescenza. “L’ascolto – puntualizza – diventa centrale. E anche sulla base dei dati in aumento delle chiamate e delle richieste d’aiuto ci siamo resi conto che c’è bisogno di costruire sempre più strumenti preventivi, formando gli adulti, i genitori e gli insegnanti, a cogliere i segnali del disagio dei ragazzi, cercando anche di sviluppare delle reti di intervento a medio e lungo termine che possano essere adeguate agli obiettivi”.

L’appello è alle istituzioni, alla società civile, al volontariato e al terzo settore, ma anche alle imprese, perché lavorino insieme per “costruire percorsi sempre più condivisi di azioni e di intervento”.

di Maria Elena Ribezzo

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