Non chiamatelo solo maltempo

Esondazioni, trombe d’aria, allagamenti: il cambiamento climatico arriva a casa nostra

NAPOLI – Tra i cavalli di battaglia dei movimenti in difesa dell’ambiente ‘utili’ a dimostrare i cambiamenti climatici ci sono gli avversi e, senz’altro, straordinari fenomeni metereologici che negli ultimi tempi si stanno abbattendo su tutti i Paesi del mondo. Trombe d’aria, violenti temporali, ondate di calore, esondazioni che fino a qualche anno fa non si erano mai verificati, oggi non risparmiano nessun continente. Un recente studio ha posto l’attenzione sul fatto che oggi eventi metereologichi definiti estremi colpiscono anche i Paesi sviluppati.

La stessa penisola italiana negli ultimi dieci anni è diventata il sesto paese al mondo per morti da eventi climatici estremi. Lo ha rilevato il Climate Risk Index 2020, lo studio annuale realizzato da Germanwatch che calcola in quale misura i Paesi del mondo sono stati colpiti da eventi climatici estremi. Al primo posto di questa triste classifica si posiziona il Giappone, tra le Nazioni più sviluppate del mondo, seguito da Filippine, Germania, Madagascar, India, Sri Lanka, Kenya, Ruanda, Canada e Fiji.

Situazioni nuove dinanzi alle quali tutti i Paesi si sono trovati impreparati: la furia della natura sta ora presentando il conto di decenni di sfruttamento selvaggio.

Secondo quanto sostengono gli scienziati, tra le cause primarie dei cambiamenti climatici alla base degli anomali fenomeni atmosferici ci sarebbero le emissioni di gas serra, principali responsabili del riscaldamento globale in corso.

“Non chiamatelo maltempo” è infatti uno slogan lanciato da Greenpeace. Secondo l’associazione ambientalista, i fenomeni meteo estremi si fanno sempre più intensi e frequenti proprio a causa del clima che continua a cambiare. “La scienza ci dice che la soluzione per combattere i cambiamenti climatici è abbandonare le fonti fossili e accelerare la transizione energetica verso un mondo 100% rinnovabile, oltre che diminuire il consumo di carne e fermare la deforestazione”, spiegano gli attivisti.

I pareri sono discordanti: il mondo scientifico è diviso tra coloro che confermano il cambiamento climatico e, quindi, l’emergenza in atto, e chi invece nega tutto, liquidando le battaglie di milioni di persone come inutili allarmismi generati da fake news e dal tentativo di speculazione di qualche furbetto.

Senza entrare nel merito della questione, è innegabile che qualcosa stia cambiando, e in peggio. Lo dimostra lo scioglimento di numerosi ghiacciai in tutto il Pianeta e il conseguente innalzamento del livello del mare. Senza andare troppo lontano, basti pensare al ghiacciaio della Marmolada, montagna iconica delle Dolomiti, che secondo gli studi degli esperti che lo monitorano, tra 10 anni sarà del tutto sparito.

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