Nuovi orizzonti per Bovienzo: “Nasce la BVN Global Training. Pronto il mio libro e come Consulente dell’Allenamento…

935
Pasquale Bovienzo

SAN TAMMARO – Nuovi orizzonti si aprono nella carriera di Pasquale Bovienzo. Nel moto perpetuo di studio e conoscenza del gioco del calcio, l’allenatore di San Tammaro, con patentino UEFA A dal 2017, intraprende due strade che, nel suo piccolo, ha sempre portato avanti ma a cui ora intende dare maggiore spazio nella sua vita professionale. Il trainer, dal passato nei settori giovanili professionistici di Benevento, Cavese ed Aversa Normanna, fonda la BVN Global Training, una realtà che tende a dare supporto agli allenatori, agli istruttori ed ai calciatori. Un’idea originale che barcamenava nella testa di un ragazzo che respira calcio da quando aveva cinque anni, con esperienze giovanili con Roma e Napoli, che ha superato un mare in tempesta con la sconfitta di un brutto male in giovane età ma che ha sempre avuto la forza di rialzarsi: ora tesse la tela di una priorità che necessita di tempo e spazio per essere concretizzata. Ma non è finita qui. Durante le esperienze formative con Maddalonese, Albanova e Portici nelle ultime stagioni, Bovienzo non ha mai smesso di studiare ed ha conseguito la qualifica di Consulente dell’Allenamento. Per lui è arrivato il momento di toccare due nuovi step che racconta in esclusiva a Cronachedi, al pari della pubblicazione di un libro autobiografico che racconta la sua storia.

Cos’è la BVN Global Training?

“La BVN Global Training si occupa della formazione degli allenatori. Affiancare, guidare, supportare allenatori ed istruttori per ciò che concerne la costruzione delle sedute di allenamento, la gestione degli aspetti psicologici dei calciatori, miglioramenti delle prestazioni dei singoli e della squadra. Nell’associazione che ho costituito, sono presenti allenatori, preparatori ed altre figure che hanno un ruolo fondamentale nell’aspetto calcistico. Essa si rivolge ai singoli allenatori, con un rapporto one-to-one, infatti già ne seguo una ventina, ma si rivolge anche al club od al settore giovanile, scuola calcio, che vogliono migliorare il contesto. Piuttosto che responsabile tecnico, come l’incarico che ho rivestito a Benevento, preferisco identificare questo ruolo come responsabile delle metodologie d’allenamento. Questo non significa dare un metodo, perché non credo che possa essere trasportato per filo e per segno. Significa elevare il modo di allenare di ogni singolo allenatore che è diverso. L’intento non è quello di mettere la nostra idea nella testa di un allenatore, ma è di elevare ad un livello maggiore quel modo di allenare. Ovviamente in base alla categoria ed al percorso che deve fare ogni allenatore”.

Quali novità tende ad adottare?

“Il supporto non si limita agli allenatori ed istruttori ma anche ai calciatori. La BVN Global Training valorizzerà l’allenamento globale, molto poco individuale e settoriale, che si concentrerà sul modo di giocare, i principi di gioco. Globale non solo in campo ma anche fuori dal campo, a livello mentale, caratteriale, di identità di un ragazzo che intende perseguire la carriera di calciatore. Nelle scuole calcio attuali siamo abituati ad un programma di tre, quattro allenamenti a settimana, con i ragazzi che aspirano a qualcosa di più e cercano di migliorare le proprie qualità con tecniche individuali. Poiché siamo il popolo che si allena meno in Europa, intendiamo introdurre il quinto o quarto allenamento con me, a livello globale, che si aggiunge alle sedute svolte con i rispettivi allenatori od istruttori. Dovrebbero partecipare i 20, 25 top player di una scuola calcio. La cadenza può essere una volta a settimana, due volte a mese, questo in base all’accordo con una certa società. In più, oltre a questo, con la BVN Global Training stiamo portando avanti consulenze periodiche sia teoriche che pratiche, presso i club che ne fanno richieste, infatti siamo andati in Calabria, Marche ed altre regioni”.

In parallelo ha conseguito la qualifica di Consulente dell’Allenamento, che le apre altri spiragli.

“Negli ultimi anni è nata la possibilità di inserire nell’Albo nuove figure che prima non erano riconosciute, tra cui il Consulente dell’Allenamento (identificata soprattutto come Football Training Advisor, con l’acronimo ANCAL). Ho preso questo tipo di qualifica, che è inserito nell’Albo. Essa ti dà la possibilità di poter indire dei corsi, delle lezioni ed in base allo Statuto si decide quante ore di corso svolgere. In più si possono rilasciare degli attestati di consulente dell’Allenamento. Non sono patentini perché possono essere emessi solo a Coverciano ma ovviamente è un supporto a quel tipo di studio. La doppia strada sta prendendo forma. E’ nata per caso, l’ho sempre fatto a tempo perso, perché allenando in prima persona restava pochissimo tempo per dedicarmi a questo ma mi ha sempre gratificato tantissimo”.

Queste novità limiteranno il suo percorso di allenatore di prime squadre?

“In virtù delle ultime esperienze, c’è l’idea di non tornare subito in campo, soprattutto nelle categorie dilettantistiche. Non per una questione di presunzione, ma per una questione che non mi sento gratificato, né moralmente né professionalmente né economicamente. Quindi abbiamo pensato io ed altri amici di far nascere questo progetto per cercare di dare un contributo maggiore, con i nostri studi e la nostra competenza, a chi vuole migliorare le conoscenze del gioco, il proprio ambiente di lavoro, nella scuola calcio, nel settore giovanile ed anche in una prima squadra. Il ruolo di direttore tecnico è ancora poco sviluppato in queste categorie. L’idea di continuare la carriera in campo c’è ma sotto altri punti di vista, soprattutto come inserimento in uno staff dalla Serie C in su. Ci sono varie possibilità ma questo progetto sta prendendo forma e per accantonarlo e metterlo come secondo obiettivo, ne deve valere la pena”.

Con le due strade che sta percorrendo, sogna di toccare le corde giuste di allenatori, istruttori e calciatori, al fine di migliorarli?

Ho partecipato a tante riunioni di staff. Esistono una marea di allenatori bravi, che non hanno idea di quella che fanno, tanti che hanno idea ma non sanno come metterlo in pratico. Io sono sempre stato appassionato dell’allenamento, delle metodologie, e lo intendo mettere al servizio di chi vuole seguirci in questa strada. E’ un qualcosa in più che si può dare come supporto ai giocatori, basti pensare che molti non hanno le giuste conoscenze del gioco. Noi vediamo molto spesso giocatori molto bravi sia tecnicamente che fisicamente come singoli ma non inseriti bene in contesti di gioco. Spesso le scelte sono errate: magari giocare a tre tocchi quando avrebbero dovuto fare di meno, giocare di prima quando avrebbero dovuto guidare, ri-aggredire quando avrebbero dovuto scappare: sono conoscenze del gioco, non inteso come bel gioco ma come gioco del calcio”.

Pasquale Bovienzo è un fiume in piena. Bolle in pentola la pubblicazione di un libro che ripercorrerà la sua intera storia?

“A breve uscirà il mio libro, che avevo in progetto da un bel po’. Non avevo ancora avuto il motivo ma ora è il momento giusto. E’ un’autobiografia, con tanti aneddoti con gli inizi della carriera di allenatore, del mio percorso. Spiega nei minimi particolari a chi è rivolto e dove intendo arrivare. Oggi sto percorrendo altre strade, ma stare sul campo con i giocatori, allenarli e vedere i loro miglioramenti con il mio lavoro: questa è la missione della mia vita, è il senso del mio mestiere fino ad adesso. La passione per la carriera di allenatore non cambierà mai. Non metto muri davanti a qualsiasi altra possibilità ma far crescere altre figure e club con le competenze, con il modo di agire, con il credo calcistico, è altrettanto gratificante e sogno di ritagliarmi un futuro importante in un percorso che mi stimola fortemente”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome