Papa apre Sinodo: “L’Amazzonia brucia per l’interessi e l’avidità dei nuovi colonialismi”

L'Amazzonia brucia col fuoco appiccato dagli interessi. Nella messa di inaugurazione del Sinodo, la denuncia di Papa Francesco contro le devastazioni ambientali è potente

(Photo by Tiziana FABI / AFP)

CITTA’ DEL VATICANO – L’Amazzonia brucia col fuoco appiccato dagli interessi. Nella messa di inaugurazione del Sinodo, la denuncia di Papa Francesco contro le devastazioni ambientali è potente: “Quando senza amore e senza rispetto si divorano popoli e culture, non è il fuoco di Dio, ma del mondo”, dice Bergoglio, puntando il dito contro l’avidità dei nuovi colonialismi (“Dio ce ne preservi!”) economici e culturali, che distruggono le diversità.

L’omelia

Un “fuoco divoratore”, lo definisce nell’omelia. I lavori dell’assise si preannunciano tumultuosi e si chiuderanno alla fine del mese, il 27 ottobre. Francesco parla di incendi che divampano “quando si vogliono portare avanti solo le proprie idee, fare il proprio gruppo, bruciare le diversità per omologare tutti e tutto”. Il fumo delle fiamme in Amazzonia si vede bene anche dallo spazio. La fotografia scattata dall’astronauta dell’Esa Luca Parmitano dalla stazione spaziale internazionale ha fatto il giro del mondo. Colonne grige per migliaia di chilometri indicano decine e decine di incendi dolosi.

Le preoccupazioni

Mentre i padri sinodali si preparano a discutere, intorno al Vaticano si raccolgono attivisti, leader indigeni, missionari. Tutti con l’obiettivo di difendere la Casa Comune. Così si chiama il ‘Sinodo-ombra’ che si tiene a due passi dalla Basilica di San Pietro, nella chiesa della Traspontina. Una realtà ecclesiale che accompagna il lavoro dei vescovi e porta a Roma le preoccupazioni per le deforestazioni e le violenze nella foresta sudamericana. La questione però non è meramente ambientale: “Non è a rischio soltanto il polmone del mondo, che produce il 20% dell’ossigeno che respiriamo, ma anche il patrimonio umano del luogo, dove popolazioni indigene vengono molte volte schiavizzate e private della dignità”, precisa il vicepresidente della Repam (Red Eclesial Pan Amazònica), il cardinale Pedro Ricardo Barreto Jimeno.

Non solo l’ambiente

Oltre al tema ambientale e a quello culturale, attorno al Sinodo ruota un dibattito che scuote la Chiesa alle radici. Si propone di far fronte al problema della scarsità di preti in zone del mondo isolate con i viri probati, uomini di comprovata fede, anche sposati, a cui affidare funzioni sacerdotali. C’è chi ha paventato uno ‘scisma’ per timore dell’abolizione del celibato sacerdotale. Ai vescovi presenti in Basilica, Francesco chiede una “prudenza audace” per ravvivare il proprio fuoco eliminando le ceneri che lo soffocano, quelle dei “timori” e della “preoccupazione di difendere lo status quo”: “La Chiesa sempre è in cammino, sempre in uscita, mai chiusa in sé stessa. Gesù non è venuto a portare la brezza della sera, ma il fuoco sulla terra”, ricorda. Poi l’indicazione, infraintendibile: “In nessun modo la Chiesa può limitarsi a una pastorale di mantenimento”. La strada del cambiamento è stata preparata.


Di Maria Elena Ribezzo

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