Davide Petrella: l’autore di numerosi successi musicali decide di “mettersi in proprio”

Il cantautore vuole creare qualcosa di proprio, per sentirsi più libero e meno legato ai desideri degli altri artisti

LP / AFP PHOTO / JOSE JORDAN
Di Chiara Troiano

MILANO (LaPresse)Davide Petrella è un nome che ad alcuni potrà dire poco. Sa se, invece, si elencano ‘Poetica‘, ‘Vorrei ma non posto‘, ‘Pamplona‘, ‘Oh, vita!’ e ‘Fenomenale‘, tutti sanno di chi e di cosa si sta parlando. Bisogna unire le due cose, i nomi e le canzoni, per risolvere il rebus. E’ infatti proprio l’autore e (adesso) cantante napoletano, 33enne, la penna dietro alcune delle hit più celebri degli ultimi anni. Da Cremonini a Jovanotti, passando per Emma, Elisa, Gianna Nannini, Fabri Fibra e tanti altri. I più grandi in Italia si sono avvalsi del suo talento. E se, fino a poco tempo fa, rimaneva in parte nell’ombra, per consentire alle sue canzoni di avere una vita propria, ora ha deciso di metterci la faccia. Lo fa con il primo album, ‘Litigare‘, in uscita venerdì 8 giugno.

Il pericolo c’è, e Davide lo sa. Non a caso, quando gli si chiede se non sia strano scrivere per se stesso e tornare ad essere quasi un esordiente, la risposta è volutamente di basso profilo

“E’ da una vita che parto da zero. Quando scrivo, penso sempre alla prossima cosa da fare. Non mi interessa il passato, ma il futuro. Non avere nulla da perdere mi emoziona, mi fa venire fame e voglia. E’ bello quando devi dimostrare qualcosa”. Non solo, non avere l’ansia da prestazione del dover donare una propria opera a qualcun altro, permette a Davide di essere più libero. “Come cantante, rischio solo io e lo faccio a cuor leggero. Mi prendo delle libertà più grandi. Non ho un altro artista del quale devo rispettare la storia e la carriera. Mi posso lasciare delle porte aperte”.

Ecco, così, nascere ‘Litigare’: un album vario, con suoni che spaziano dal rap al pop

“Mi sono divertito parecchio, bisogna esser sempre animati dall’entusiasmo. Ho la fortuna di fare questo mestiere e non posso permettermi di non divertirmi. Nel disco sono riuscito ad ottenere un ibrido, con tanti cambi melodici. Volevo avere la sensazione di usare tutto e di riuscire a costruire una buona canzone”. C’è anche spazio per la trap, così distante, all’apparenza, dal suo abituale lavoro. “Mi piace, ma non sono un trapper. Amo molto quel genere, però mi manca l’emozione nei testi. Non fanno breccia nel mio cuore. Così ho cercato di unire quel tipo di ritmo a testi cantautoriali”. Ma l’obiettivo è uno: “Vorrei provare a non essere troppo riconoscibile, provo un po’ a complicarmi la vita”.

Mentre Petrella si prepara per i live, che durante l’estate lo porteranno in giro per i festival, gli artisti con cui ha collaborato hanno già commentato il nuovo progetto?

“Fortunatamente ho un buon rapporto con tutti, ci sentiamo e sono degli ottimi tester. Mando sempre le mie canzoni su Whatsapp e ottengo pareri sinceri. In passato ricevevo più appunti, stavolta invece tutti pareri positivi”. Per ora dai colleghi, in attesa del giudizio del pubblico.

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