Regionali, Costa prima idea Pd-5 Stelle

De Luca fuori dai giochi, il ministro ipotesi per guidare la maxicoalizione

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Sergio Costa

NAPOLI – Le forze del centrosinistra e il Movimento 5 Stelle si preparano a rompere gli indugi e lavorare all’alleanza per le Regionali, in modo da avere almeno una chance di competere col centrodestra. La precondizione, parecchio gradita al segretario nazionale dem Nicola Zingaretti, è che alla guida della coalizione non ci sia Vincenzo De Luca. Dall’altra parte a pagare il prezzo dell’accordo sarebbe Valeria Ciarambino, fedelissima di Luigi Di Maio, che non ha nascosto ambizioni di ricandidarsi alla guida della Regione. Serviranno nuovi profili, quindi, nomi capaci di mettere tutti d’accordo. Per convincere i grillini a rompere gli indugi, mettendo all’angolo il capo politico di Pomigliano che non potrebbe far altro che accettare, i dem concederanno loro l’onore di indicare il candidato alla guida di Palazzo Santa Lucia.

Il favorito è Sergio Costa, attuale ministro dell’Ambiente, che sul tema delle Regionali è intervenuto auspicando proprio un’intesa tra le parti e tracciando già le priorità per il futuro della Campania. Un nome sul quale c’è di sicuro il gradimento dei democratici e anche del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che ha annunciato di voler far parte della partita in questo schieramento “alternativo a Caldoro e De Luca”.

Il ministro è stato rintuzzato da Di Maio dopo le sue ultime uscite pubbliche, ma la inutile smentita non ha cambiato le carte in tavola e confermato che il titolare del dicastero dell’Ambiente potrebbe davvero scendere in campo. Ovviamente ci sono altre opzioni. Uno dei grandi fautori dell’accordo è l’altro ministro Vincenzo Spadafora, campano pure lui, che potrebbe avere un ruolo quanto meno nello strutturare l’accordo. E poi sarà valutata una soluzione diversa, più civica, meno legata direttamente al Movimento 5 Stelle. U

na soluzione alla Gaetano Manfredi, nominato da pochi giorni ministro dell’Università. Il rettore della Federico II è vicino al Pd, il fratello è l’ex parlamentare democrat Massimiliano, ma è nome di alto profilo. Possibile che alla fine, una volta che il tavolo comincerà a riunirsi, si possa trovare una soluzione di questo tipo. E a proporla potrebbe essere Roberto Fico, presidente della Camera, tra i principali fautori dell’alleanza tra il Movimento e il Partito democratico. Il momento di svolta arriverà dopo le elezioni in Emilia Romagna e in Calabria (dove i campani Nicola Oddati e Stefano Graziano hanno già tentato di imbastire il dialogo tra le parti), quando il quadro nazionale sarà più chiaro. Dal Nazareno l’avviso di sfratto a De Luca è arrivato ancora prima di quello del centrodestra. Con lui è rimasto solo Renzi. E non basta.

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