Famiglia di Pordenone sterminata in Macedonia, la figlia confessa: “Ho ucciso papà, mamma e la mia sorellina”

Blerta Pocesta è crollata dopo 24 ore sotto torchio, nella notte tra il 25 e il 26 agosto ha ammazzato i genitori e la sorella di 14 anni

Amid Pocesta e sua moglie Nazmije

SALICE – Ha ucciso il padre, la mamma e la sorellina nel sonno. La famiglia Pocesta, da anni residente a Salice (in provincia di Pordeone) e sterminata in Macedonia, è finita sotto la furia omicida di Blerta. La 28enne, figlia di Amid e Nazmie Pocesta e sorella della 14enne Anila, ha ammazzato tutti i componenti del nucleo familiare che si trovavano a Debar in vacanza, nella notte tra il 25 e il 26 agosto. Ha confessato dopo un interrogatorio fiume di 24 ore.

Strage familiare in Macedonia, la figlia confessa dopo un interrogatorio di 24 ore e un cumulo di bugie

La svolta nelle indagini c’era già stata domenica, in tarda serata. Quando tre persone erano state fermate perché fortemente indiziate del massacro in Macedonia. Tra queste, Blerta Pocesta. E proprio su di lei gli investigatori avevano raccolto indizi quasi schiaccianti. La 28enne, interrogata il giorno successivo al triplice omicidio, aveva dichiarato di trovarsi in Italia quella notte. Una bugia, perché all’alba del 25 agosto era decollata da Venezia, atterrando a Skopje dopo uno scalo a Vienna. Poi, dopo la strage, si è imbarcata su un volo per Belgrado prima di far rientro a Venezia da dove ha ricevuto la chiamata dei familiari. Le annunciarono che il papà, la mamma e la sorellina erano stati trovati morti nella loro camera. Ma questo, lei, lo sapeva già.

Papà, mamma e sorellina ammazzati a colpi di pistola

Per sterminare la famiglia, Blerta ha usato una pistola fornitagli da un complice, il 31enne Ferdi Gashi. Per arrivare e ripartire dalla Macedonia, invece, la 28enne sarebbe stata aiutata da un 61enne del posto, Veap Klobochista. Quest’ultimo e Gashi sono stati fermati proprio insieme alla Pocesta. I riscontri degli investigatori, che hanno ricevuto la collaborazione delle autorità macedoni, avrebbero ricostruito un quadro indiziario schiacciante. Nella camera dove è avvenuta la mattanza sarebbero infatti state trovati tracce di dna della 28enne. Quest’ultima, inoltre, è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza dell’aeroporto di Skopje all’arrivo e alla ripartenza. Resta da chiarire quale sia stato il movente alla base della strage familiare.

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