Tensioni in Val Susa. I No Tav: attivista ferita da un lacrimogeno. La polizia smentisce

Sono in corso ancora accertamenti per verificare l'esatta dinamica

TORINO – Ancora notte di tensioni in Val Susa, dove il movimento No Tav è tornato a far sentire la propria voce questa volta in difesa dei terreni di San Didero su cui deve sorgere il nuovo autoporto. Ieri sera, al termine della manifestazione pacifica a cui hanno preso parte centinaia di attivisti, alcuni manifestanti hanno raggiunto il parcheggio antistante il cantiere. Dove, per circa un’ora, hanno lanciato sassi, bombe carta, oggetti contundenti ed esploso fuochi d’artificio.

Le forze dell’ordine hanno risposto lanciando lacrimogeni e utilizzando metti idranti per tenere a distanza i dimostranti. Durante gli scontri un’attivista è rimasta gravemente ferita. Si tratta di Giovanna Saraceno, di 36 anni, esponente dello spazio antagonista Newroz di Pisa, ora ricoverata nel reparto di Chirurgia d’urgenza dell’ospedale Molinette di Torino con una prognosi iniziale di 25 giorni. Da quanto si apprende, la donna verrà operata da chirurghi maxillo facciali e neurochirurghi nei prossimi giorni.

Il no Tav

Secondo il Movimento No Tav a ferire la donna sarebbe stato un lacrimogeno lanciato ad altezza uomo dai poliziotti. Fonti investigative, al contrario, sostengono che il “trauma da corpo contundente” non sarebbe stato provocato da un lacrimogeno, che a distanza di 30-40 metri si sfaldano in dischi di sostanza polverosa di pochi millimetri. Sono in corso ancora accertamenti per verificare l’esatta dinamica.

“Le forze dell’ordine hanno avuto una reazione spropositata”, scatenando “un fitto lancio di lacrimogeni ad altezza uomo” che hanno colpito la Saraceno “in pieno volto, provocandole due emorragie cerebrali e plurime fratture al volto”. Lo ha spiegato la referente No Tav Martina Casel, che ha poi aggiunto come “la polizia si è presentata in ospedale entrando nella stanza di Giovanna per interrogarla, contrariamente a quanto definiscono le norme anti-Covid, che vietano l’ingresso in ospedale a esterni, compresi i parenti”. Guido Fissore storico attivista del movimento parla addirittura di un “attentato vero e proprio” contro i No Tav.

La polizia smentisce

Al contrario, le forze dell’ordine garantiscono di aver “lanciato lacrimogeni e utilizzato mezzi idranti per mantenere a distanza i facinorosi che si sono barricati lungo la recinzione della linea ferroviaria, bloccando la circolazione del traffico per circa un’ora. Nessun contatto diretto tra manifestanti e reparti inquadrati”, come si legge in una nota della questura.

(LaPresse)

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