Ubi, i migliori 9 mesi in 10 anni. Massiah: “Bene nonostante lo spread”

Un risultato superiore ai 37,3 milioni indicati dalle stime di consensus, che porta a 210,5 milioni l'utile netto contabile nei primi nove mesi del 2018

Foto LaPresse/Manzoni Tiziano

MILANO (LaPresse) “Nonostante la volatilità del mercato, nonostante l’effetto dello spread, noi ci siamo trovati a produrre comunque una componente economica interessante anche questo trimestre”. Così il ceo di Ubi Banca, Victor Massiah, commenta i 38,5 milioni di euro di profitti realizzati dall’istituto di credito da luglio a settembre.

Il risultato positivo di Ubi Banca

Un risultato superiore ai 37,3 milioni indicati dalle stime di consensus, che porta a 210,5 milioni l’utile netto contabile nei primi nove mesi del 2018 e a 260,6 milioni di euro l’utile al netto delle poste non ricorrenti. Per quello che è il miglior risultato sui tre trimestri da 10 anni a questa parte per la banca. Cifre che, dopo una fiammata in progresso di tre punti percentuali in avvio, non hanno ad ogni modo evitato al titolo di Ubi una chiusura in moderato ribasso dello 0,58% a 2,765 euro, nel quadro di un Ftse Mib nel complesso positivo.

Il bilancio trimestrale

Al 30 settembre, si legge nella trimestrale dell’istituto lombardo, il Cet1 fully loaded si attestava inoltre all’11,42%, invariato rispetto a giugno. “Questo vuol dire che la nostra banca è stata in grado di assorbire l’allargamento dello spread senza avere conseguenze sui coefficienti patrimoniali”. Lo osserva ancora Massiah, che durante la call con gli analisti ha mostrato in una slide come la banca abbia ridotto in tre mesi l’esposizione in titoli di debito sovrano italiani del 6,1% a 9,3 miliardi di euro.

La parola al ceo Massiah

“Resta vero che se non ci fosse stato avremmo avuto coefficienti patrimoniali più alti”, segnala il manager tornando sulla crescita del differenziale tra Btp e Bund, “però intanto portiamo a casa una solidità e una capacità di resilienza che è stata tipica anche durante le crisi precedenti e che confermiamo in questo trimestre”.

Un’altra buona notizia arriva poi dal fronte delle sofferenze. A seguito della vendita delle sofferenze cartolarizzate e dell’attività di recupero, al termine dei nove mesi i crediti deteriorati lordi si riducono di circa 1,517 miliardi rispetto a fine giugno e di 1,922 miliardi rispetto al 1° gennaio, attestandosi a 10,49 miliardi. Un nuovo portfolio di “bad loans”, ha confermato la banca, sarà venduto tra il quarto trimestre del 2018 e il primo del 2019.

di Marco Valsecchi

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