Salario minimo, Bernini (Fi): “Non è priorità, prima creare lavoro”

"Forza Italia è da sempre attenta alla questione salariale e alle tutele reali dei lavoratori, ma introdurre il salario minimo in un momento in cui il Paese è in recessione e le imprese sono in difficoltà sarebbe un errore".

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – “Forza Italia è da sempre attenta alla questione salariale e alle tutele reali dei lavoratori, ma introdurre il salario minimo in un momento in cui il Paese è in recessione e le imprese sono in difficoltà sarebbe un errore. Le polemiche di chi, come i Cinque stelle, sta sfasciando il mercato del lavoro, quindi, non ci interessano. Le audizioni di ieri al Senato dovrebbero indurre il governo alla cautela: per portare il salario minimo sopra i 9 euro servirebbero infatti più di tre miliardi. Ciò con una riduzione dell’1,2% del margine operativo lordo per le aziende. Secondo l’Istat, un salario minimo troppo alto potrebbe scoraggiare la domanda di lavoro e costituire un incentivo al lavoro irregolare. Cosa che Forza Italia aveva già segnalato. Soprattutto le piccole imprese potrebbero essere indotte a diminuire le ore lavorate attraverso il part-time. Dunque scaricando parte dei costi sullo Stato che paga il reddito di cittadinanza”.

Il punto

“Inoltre, il livello di 9 euro sarebbe tra i più elevati dei Paesi Ocse, vicino a alla Germania ma con livelli dell’economia molto lontani dagli standard tedeschi. Dunque, sarebbe sbagliato imporre un salario minimo legale senza intervenire sui contratti nazionali e su quelli aziendali. C’è già il patto della fabbrica firmato un anno fa, ed è quello che Forza Italia ritiene uno strumento da rafforzare prima di fare altri salti nel buio. Per aumentare occupazione e salari serve prima di tutto aprire i cantieri, non confondere assistenzialismo e politiche del lavoro, come sta facendo questo governo”. Lo afferma Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia.

LaPresse

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