Armani nuovo fondatore e sostenitore del Teatro alla Scala

Il Gruppo Armani diventerà fondatore sostenitore del Teatro alla Scala di Milano, che nel 1997 si è costituito in Fondazione attiva nella diffusione dell’arte musicale in Italia e all’estero

Foto Claudio Grassi/LaPresse

MILANO – “Il Gruppo Armani diventerà fondatore sostenitore del Teatro alla Scala di Milano, che nel 1997 si è costituito in Fondazione attiva nella diffusione dell’arte musicale in Italia e all’estero, attraverso la conservazione e la valorizzazione di un ricco patrimonio produttivo, musicale, artistico, tecnico e professionale. L’impegno, annunciato nel corso del Consiglio di amministrazione che ha avuto luogo oggi, sarà formalizzato il prossimo 17 maggio con la cooptazione dell’Assemblea della Fondazione Teatro alla Scala, presieduta dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala”. Lo si legge in una nota del Teatro alla Scala. “Già al momento della sua costituzione, Giorgio Armani era stato tra i primi a sostenere la Fondazione. Torna adesso, con rinnovato impegno, in un momento particolarmente delicato per il mondo dello spettacolo”, si legge ancora nella nota.

 “Il mio impegno verso Milano, in questo ultimo anno così sconvolgente – ha dichiarato Giorgio Armani, presidente e amministratore delegato del Gruppo Armani – è stato importante su tutti i fronti e non potevo certo trascurare il settore della cultura, colpito duramente in ogni suo aspetto. Le arti vengono sempre messe in secondo piano nei momenti difficili perché non appaiono immediatamente vitali e necessarie. E invece lo sono. Il teatro, la musica, il balletto sono pura espressione di bellezza e delle più alte qualità umane – creatività, ingegno, fantasia, impegno – che stimolano il progresso e la rinascita. Questa nuova iniziativa è dedicata di nuovo alla città di Milano, per il valore simbolico dell’istituzione, ma anche per i miei legami affettivi e personali con essa, per i ricordi dei tanti spettacoli e concerti cui ho assistito, degli ospiti illustri che ho vestito, di esperienze indimenticabili come la creazione dei costumi, nel 1994, per l’Elektra di Richard Strauss diretta dal Maestro Sinopoli. Ora, più che mai, sento il dovere morale di contribuire attivamente a sostegno del prestigioso Teatro, patrimonio di milanesi e non, vero e proprio simbolo di resistenza intellettuale”.

“L’entrata di Giorgio Armani tra i fondatori sostenitori del Teatro alla Scala – ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala – è la realizzazione di un connubio già scritto nel destino della nostra istituzione culturale più prestigiosa. E per più di una ragione. La fama internazionale, l’eccellenza nel campo della creatività, l’unicità e autenticità dello stile che hanno reso Giorgio Armani il ‘re’ della moda italiana e milanese nel mondo, sono le medesime caratteristiche che hanno portato il Teatro alla Scala a essere giudicato il ‘teatro più bello del mondo’, tempio della lirica e del balletto. Siamo grati quindi a Giorgio Armani per questo grande e nuovo atto di amore per Milano. Un gesto che guarda al futuro della nostra città e alla sua ripresa e a una sinergia vincente preannunciata a dicembre dalla collaborazione tra la maison e il Teatro in occasione della Prima della Stagione. Uno spettacolo straordinario, svoltosi senza pubblico ma visto in tutto il mondo, durante il quale insieme alla musica abbiamo potuto ammirare gli abiti di scena creati da Armani per le artiste e gli artisti”.

Il sovrintendente e direttore artistico, Dominique Meyer, ha sottolineato: “Il Teatro alla Scala e Giorgio Armani sono due simboli dell’Italia nel mondo ma sono anche due realtà profondamente milanesi. Essere insieme internazionali e inconfondibili, condividere gli stessi obiettivi di bellezza e ricerca instancabile della qualità, vivere dello stesso connubio tra arte e alta tradizione artigiana sono le caratteristiche che fanno del Teatro alla Scala e di Armani, l’incarnazione dello spirito migliore di questa città. Per questo la nostra collaborazione è un segnale forte della volontà di Milano di ripartire, con coscienza del proprio passato e rinnovata determinazione per il futuro”.

(LaPresse)

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