Brucellosi, De Luca in retromarcia: primi spiragli di dialogo sul piano

Vincenzo De Luca

CASERTA – Un piccolo spiraglio per gli allevatori, un chiaro segnale politico da parte del governatore Vincenzo De Luca (nella foto). Il commissario straordinario Luigi Cortellessa che si sta occupando della vicenda della brucellosi ha aperto ad alcune modifiche del piano. Una decisione inedita dopo che per un anno la Regione aveva opposto un muro davanti alle proteste degli allevatori. Nell’ultima delibera la struttura commissariale, “in aderenza alle indicazioni del Presidente della Giunta Regionale della Campania, Vincenzo De Luca, sta valutando, in sintonia istituzionale con gli Organi preposti, in particolare grazie alla Direzione Veterinaria regionale e all’Izsm di Portici, la possibilità di rivisitare alcune disposizioni nell’ottica di una funzionale applicazione della norma a tutti i casi concreti verificatisi negli ultimi mesi, al fine di bilanciare le esigenze di natura sanitaria con quelle – legittime e condivisibili – degli allevatori”.

Governatore isolato

In concreto, per ora, cambia poco. Ciò che cambia radicalmente, invece, è l’atteggiamento di De Luca. Il governatore giorno dopo giorno è sempre più isolato da un Partito democratico deciso a fargli la guerra e portarlo lontano da Palazzo Santa Lucia al massimo alla fine del mandato, ha bisogno di appoggi politici. E continuare la guerra senza neanche ascoltare con gli allevatori, che hanno già ottenuto sulle loro posizioni l’appoggio del governo nazionale di centrodestra, con l’ordine del giorno proposto dalla senatrice Giovanna Petrenga e dai parlamentari di Fratelli d’Italia, e dell’Unione Europea, con l’europarlamentare Piernicola Pedicini che ha portato a più riprese la questione a Bruxelles, sarebbe un suicidio politico. De Luca non può più ballare da solo e ora è in cerca di appoggi politici diversi. Da qui il via libera alle prime modifiche al piano di eradicazione della brucellosi, finora difeso in toto da Palazzo Santa Lucia.

La novità

In particolare, per adesso, “è stata accolta la necessità di prevedere progressivi riadattamenti del divieto imposto alle aziende, situate in zone cluster, di introdurre giovani capi bufalini provenienti da altre province. La Regione Campania e il Dipartimento di Prevenzione e Sanità Pubblica Veterinaria, diretto da Paolo Sarnelli, a seguito di uno studio, hanno fatto propria la richiesta e formulato un apposito quesito favorevolmente accolto dall’Autorità sanitaria di riferimento, è stata perseguita nell’ottica di fornire il massimo supporto agli allevatori casertani, nei confronti dei quali è sempre rivolto il convinto e attento ascolto. Tale ulteriore provvedimento si prefigge lo scopo di sostenere l’attività imprenditoriale degli imprenditori di Terra di Lavoro, riparandoli da fenomeni speculativi.

Forte domanda e bassa offerta

Infatti, nell’ambito delle zone focolaio di brucella, è molto difficile reperire capi bufalini e, pertanto, si è registrata una forte domanda a fronte di una bassissima offerta. Tale divaricazione avrebbe certamente comportato una lievitazione dei prezzi di mercato, a svantaggio dei numerosissimi imprenditori zootecnici interessati all’acquisto degli animali. D’ora in poi i titolari delle aziende bufaline, in regola con i requisiti di biosicurezza e sotto condizione di vaccinazione obbligatoria dei giovani capi, potranno richiedere al Servizio Veterinario dell’Asl di Caserta l’ingresso di vitelli provenienti da altre province”. Una scelta che mira per lo più al ripopolamento e alla nuova commercializzazione, che non aiuterà gli allevatori che hanno patito una vera e propria strage ritenuta sostanzialmente inutile. Quindi la battaglia continua. Ma le parole improvvisamente concilianti del governatore aprono la strada a un ripensamento. Forse qualcosa può davvero cambiare.

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