Calenda, leader senza carisma lancia il suo ‘manifesto’

Il tentativo dell'ex ministro sancisce la fine del Pd

Carlo Calenda
Foto Fabio Cimaglia / LaPresse in foto Carlo Calenda

NAPOLI – L’ex ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, lancia il ‘manifesto’ per il nuovo centrosinistra. L’intento, che ripercorre il solito e ormai patetico tentativo di autocandidarsi a leader di non si sa cosa quando all’interno del proprio partito non si trova spazio, è quello di suonare la sveglia, ma a chi? Alle forze, civiche e non solo, che ci sono nel Paese con l’invito ad aggregarsi per archiviare una classe politica che ha fallito. La stessa di cui Calenda ha fatto e fa parte.

Il manifesto

A.A.A. contributi cercasi per “riorganizzare il campo dei progressisti” di fronte alla “minaccia mortale” del governo “sovranista” e “populista” di Lega e M5s. Per chi è ditato di raziocinio la premessa è tutta un programma. “Serve un’alleanza repubblicana che vada oltre gli attuali partiti e aggreghi i mondi della rappresentanza economica, sociale, della cultura, del terzo settore, delle professioni, dell’impegno civile – spiega Calenda – Abbiamo bisogno di offrire uno strumento di mobilitazione ai cittadini che non sia solo una somma di partiti malandati e che abbia un programma che non si esaurisca, nel pur fondamentale obiettivo di salvare la Repubblica dal ‘sovranismo anarcoide’ di Lega e M5s”.

Il progressismo che diventa banalità

L’ex ministro indica anche dei punti programmatici. Nessuno si meravigli se pensa di averli già sentiti da chiunque negli ultimi vent’anni. “Tenere in sicurezza l’Italia – questa l’agenda – Sotto il profilo economico e finanziario: occorre chiarire una volta per tutte che ogni riferimento all’uscita dell’Italia dall’euro ci avvicina al default. L’Italia deve partecipare al processo di costruzione di una Unione sempre più forte (come fatto fino ad ora? ndr). Proseguire il ‘piano Minniti’ per fermare gli sbarchi dei migranti, rafforzare il reddito di inclusione e approvare il salario minimo”. Insomma, tanto genio in un unico manifesto.

Il sostegno degli ex ministri

Nel piattume generale è facile, perfino per Calenda, strappare un applauso. Così a dirgli ‘bravo’ ci sono Roberta Pinotti e Pier Carlo Padoan, ex ministri del suo stesso governo. “Il manifesto di Carlo Calenda – twitta la prima – una base di partenza importante per discutere di contenuti e rialzare la testa”. L’esaltazione dell’economista. “E’ un messaggio forte per il futuro dei progressisti: dare sicurezza all’Italia, proteggere i deboli, investire nelle trasformazioni, conoscere per crescere, modellare uno Stato presente ma non invasivo”. Così è se vi pare.

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