Genova, l’ipotesi: la tragedia provocata dalla rottura di cavi d’acciaio. Sequestrati i resti del Ponte Morandi

Il vicepremier Di Maio ribadisce: "Il Governo non frena ma accelera sulla revoca della concessione a chi fa pagare il pedaggio e poi non effettua la manutenzione ordinaria e straordinaria". Il Mit: "Le responsabilità sono delle società concessionarie"

LAPRESSE / AFP

GENOVA – Si continua a scavare a Genova tra le macerie di Ponte Morandi, crollato lo scorso 14 agosto provocando la morte accertata di 38 persone. Si cercano le persone che al momento risultano disperse. Si è lavorato con ruspe e martelli pneumatici. In questo modo i vigili del fuoco si fanno strada tra i blocchi di cemento.

Le ricerche concentrate in due punti

Sono due le zone nelle quali si sono concentrate le attività dei vigili del fuoco. Si tratta del basamento del pilone crollato e del blocco di ponte lungo una ventina di metri che si è crollato dopo essersi ribaltato sulla ferrovia. E’ in queste due zone che i vigili del fuoco pensano che potrebbero trovarsi i dispersi, che sarebbero una decina.

Nella giornata di oggi si è provveduto a rimuovere il camion fermo a ridosso del baratro. Aveva ancora i tergicristalli accesi.

Ipotesi sulle cause della tragedia

Tre giorni sono pochi per individuare con certezza le cause di una tale tragedia. Si lavora sulle ipotesi, anche visionando i video del crollo. E per questo Antonio Brencich, docente dell’Università di Genova e membro della commissione dei Trasporti e delle Infrastrutture chiamata ad accertare le cause del crollo, evidenzia: “La rottura di uno strallo è un’ipotesi di lavoro seria. Ho sentito alcuni evidenziare che la causa possa essere ascrivibile a pioggia, tuoni ed eccesso di carico. Posso assicurare che sono ipotesi fantasiose che non vanno neanche prese in considerazione”.

La Procura sequestra i due monconi rimasti

Intanto oggi la Procura di Genova ha disposto il sequestro dei monconi del Ponte Morandi, nonché di tutti i documenti che riguardano la progettazione, la gestione e la manutenzione del tratto autostradale crollato nella mattinata di martedì.

‘Rottura strallo ipotesi seria di lavoro’ – La rottura di uno strallo “è un’ipotesi di lavoro seria”. Così Antonio Brencich, docente dell’università di Genova e membro della commissione dei Trasporti e delle Infrastrutture che deve accertare le cause del crollo, ha risposto ai giornalisti a Genova. Brencich ha fatto un breve sopralluogo nella zona del ponte crollato ma non è voluto entrare nel merito del lavoro della commissione. “La voce che gira è che il collasso sia stato attivato dalla rottura di uno strallo ci sono testimonianze e video che vanno in questo senso”. Che la causa del crollo del ponte di Genova possa essere stata “la rottura di uno strallo è un’ipotesi di lavoro seria ma dopo tre giorni è solo un’ipotesi”, ha sottolineato Brencich. Il docente ha invece smentito che possa essere stato un eccesso di carico a provocare il crollo del ponte Morandi: “La pioggia, i tuoni, l’eccesso di carico sono ipotesi fantasiose – ha detto – che non vanno prese neanche in considerazione”.

Il vicepremier Di Maio insiste sulla revoca della concessione

Il Governo non recede dai suoi propositi di revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia. A confermarlo è il vicepremier Luigi Di Maio: “C’è una volontà politica certa. E lo dico chiaramente, vogliamo revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia. Non si può fare finta che nulla sia accaduto. Si fa pagare il pedaggio senza fare manutenzione ordinaria e straordinaria. E’ ora di dire basta”. E poi una ‘frecciata’ ai quotidiani anti-5 Stelle: “Chi ha scritto che il Governo frena si sbaglia. Anzi il Governo accelera e revocherà le concessioni”.

La posizione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

Sulla questione delle responsabilità anche il Mit, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha puntato il dito contro le società concessionarie: “Qualsiasi verifica strutturale sulle opere in concessione è compito del concessionario. I controlli del concedente sono prioritariamente rivolti all’ottemperanza degli obblighi convenzionali”.

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