La ‘rivoluzione verde’ di Draghi, nel Recovery 70 miliardi di euro

Quasi settanta miliardi di euro per rendere il nostro Paese più ‘green’. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza trasmesso dal Governo al Parlamento – ieri l’ultima audizione del premier Mario Draghi – destina la parte più cospicua delle risorse alla “rivoluzione verde e transizione Ecologica”, seconda delle sei missioni in cui si articola il Pnrr. Il Piano nel suo complesso prevede investimenti pari a 191,5 miliardi di euro, finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, lo strumento chiave del NGEU e ulteriori 30,6 miliardi parte di un Fondo complementare, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile. Il totale degli investimenti previsti è pertanto di 222,1 miliardi di euro. Alla seconda missione, “rivoluzione verde e Transizione Ecologica”, sono destinati complessivamente 68,6 miliardi, di cui 59,3 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 9,3 miliardi dal Fondo. I suoi obiettivi – spiega una scheda di Palazzo Chigi – sono migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico e assicurare una transizione ambientale equa e inclusiva. Il Piano prevede investimenti e riforme per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti, per raggiungere target ambiziosi come il 65 per cento di riciclo dei rifiuti plastici e il 100 per cento di recupero nel settore tessile. Il Piano stanzia risorse per il rinnovo del trasporto pubblico locale, con l’acquisto di bus a bassa emissione, e per il rinnovo di parte della flotta di treni per il trasporto regionale con mezzi a propulsione alternativa. Sono previsti corposi incentivi fiscali per incrementare l’efficienza energetica di edifici privati e pubblici. Le misure consentono la ristrutturazione di circa 50.000 edifici l’anno. Il Governo prevede importanti investimenti nelle fonti di energia rinnovabile e semplifica le procedure di autorizzazione nel settore. Si sostiene la filiera dell’idrogeno, e in particolare la ricerca di frontiera, la sua produzione e l’uso locale nell’industria e nel trasporto. Il Piano investe nelle infrastrutture idriche, con l’obiettivo di ridurre le perdite nelle reti per l’acqua potabile del 15 per cento, e nella riduzione del dissesto idrogeologico. Di seguito il dettaglio delle risorse destinate dal Pnrr a ciascuna delle quattro componenti della seconda missione. Alla prima componente “Economia circolare e agricoltura sostenibile” il piano destina risorse per 5,27 miliardi di euro, di cui: 2,10 mld per migliorare la capacità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti e il paradigma dell’economia circolare; 2,80 mld per sviluppare una filiera agroalimentare sostenibile; 0,37 mld per sviluppare progetti integrati (isole verdi, green communities, cultura e consapevolezza su temi e sfide ambientali). Alla seconda componente “Energia rinnovabile, idrogeno, rete e transizione energetica e mobilità sostenibile” sono destinate risorse per 23,78 mld, di cui: 5,90 mld per incrementare la quota di energia prodotta da fonti di energia rinnovabile; 4,11 mld per potenziare e digitalizzare le infrastrutture di rete; 3,19 mld per promuovere la produzione, la distribuzione e gli usi finali dell’idrogeno; 8,58 per sviluppare un trasporto locale più sostenibile; 2 mld per sviluppare una leadership internazionale industriale e di ricerca e sviluppo nelle principali filiere della transizione. Alla terza componente “Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici” vanno 15,22 mld di euro, di cui: 1,21 mld per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici; 13,81 mld per l’efficientamento energetico e sismico edilizia residenziale pubblica e privata; 0,20 mld per sistemi di teleriscaldamento. Infine, alla quarta componente “Tutela del territorio e delle risorsa idrica” sono destinati 15,06 mld di euro, di cui: 0,50 mld per rafforzare la capacità previsionale degli effetti del cambiamento climatico; 8,49 mld per prevenire e contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici sui fenomeni di dissesto idrogeologico e sulla vulnerabilità del territorio; 1,69 mld per salvaguardare la qualità dell’aria e la biodiversità del territorio attraverso la tutela delle aree verdi, del suolo e delle aree marine; 4,38 mld per garantire la gestione sostenibile delle risorse idriche lungo l’intero ciclo e il miglioramento della qualità ambientale delle acque interne e marittime.

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