I baby boss si ispirano a Gomorra

A Napoli nel quartiere Arenaccia domani il ministro Sergio Costa e il direttore generale della Dia Giuseppe Governale visiteranno la villa confiscata la camorra ‘A voce de creature’. Questa nostra regione è conosciuta purtroppo non solo come Terra dei fuochi ma anche come la ‘paranza dei bambini’ per le sue terribili stesse. Se da una parte lo Stato visita un bene confiscato per dimostrare la sua vittoria su male, dall’altra parte le giovani leve della camorra si organizzano per fare altro male al nostro territorio. I primi arrivano sempre più tardi ad intervenire, i secondi, seppur rischiano la galera per qualche anno, continuano imperterriti nel loro disegno criminale. Si ispirano spesso alla serie Gomorra e ai boss ormai perdenti. Si impongono con le armi per il controllo del territorio. Cosa si può fare? Per togliere la manovalanza alla camorra bisogna davvero investire nella formazione di questi giovani e avviarli verso un lavoro vero e pulito. Se da una parte la camorra si organizza nonostante le indagini e i colpi inferti dallo Stato, dall’altra la società civile e le Associazioni non mollano l’osso nel denunciare i soprusi di questi anni cercando di formare questa questa gioventù sempre più sola e abbandonata dagli adulti. Domani diremo allo Stato che la medicina contro questa malattia si chiama ‘A voce de creature, nata nel 2007 dopo l’omicidio di Annalisa Durante. Porta avanti progetti di inclusione sociale e lotta alla povertà formando ogni anno circa 150 minori difficili di questa città. Da qui i ragazzi imparano la legalità e un mestiere. Si tengono lezioni di pizza in un locale che un tempo era la gabbia del leone del boss. Il lavoro è l unica soluzione per questi giovani, in questo modo togliamo l’esercito alla criminalità organizzata. L’ altra medicina è la musica e l’arte. Questa regione è piena di queste ricchezze. Dirò domani allo Stato di essere più presente ma dirò a tutti gli artisti di questa bella regione di accompagnare questi giovani perché sono anche i loro figli. La musica e l’arte salverà la nostra città di Napoli.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome