Napoli, gambizzato dal cugino che lo credeva coinvolto in un furto nel suo bar

La ricostruzione degli investigatori: sarebbe stato l'amico di Petrone, Nasti, a convincerlo del fatto che fosse Mangiapia l'uomo ripreso dalle telecamere durante il saccheggio nel suo locale.

Luca Mangiapia (la vittima), Raffaele Petrone e Luigi Nasti

Sarebbe stato Luigi Nasti a convincere Raffaele Petrone che la sagoma in quel video fosse quella di Luca Mangiapia. E’ stato lo stesso Petrone a raccontarlo agli investigatori: “La sera del primo novembre – si legge nell’ordinanza – aveva mostrato il video del furto all’odierno indagato Nasti, cliente abituale del suo bar (che conosceva Mangiapia), e questi, sulla scorta di alcuni dettagli fisici di uno dei soggetti ripresi dalle telecamere, lo aveva convinto del fatto che uno dei ladri poteva essere identificato nella persona del cugino”. E’ quanto si legge nell’ordinanza firmata dal gip Marco Giordano.

Petrone e Nasti sono ritenuti responsabili del ferimento di Mangiapia, 25enne di Pianura, nella notte del 2 novembre, con un colpo di pistola che gli ha reciso l’arteria femorale provocandogli danni permanenti tanto da rendere necessaria l’amputazione del piede sinistro. Quella notte Petrone, cugino di Mangiapia, ha accompagnato il giovane parente all’esterno del Pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli, dopo averlo ferito con un colpo di pistola. Petrone non era solo.

Le immagini estrapolate dalle camere di sicurezza del Pronto soccorso del nosocomio hanno cristallizzato visivamente le fasi dell’arrivo nella struttura, poco dopo i fatti, del Mangiapia, accompagnato dal Petrone, insieme ad un altro soggetto poi identificato nell’indagato Nasti, a bordo di una Renault Megane. E’ stato lo stesso Mangiapia a rivelare agli investigatori la presenza di Nasti, amico del cugino Raffaele, anche conosciuto con il soprannome di ‘o Cimmino, a causa della sua vicinanza all’omonimo clan del Vomero. Il 25enne è stato fatto salire a bordo della Renault e poi condotto in una zona di aperta campagna ai Camaldoli. Quindi l’aggressione, le minacce, le intimidazioni.

Volevano fargli confessare il furto avvenuto a casa del fratello di Raffaele Petrone, qualche sera prima, a Melito. Infine gli spari, e il proiettile che si è conficcato nella gamba del 25enne. La Renault Megane sarebbe stata ritrovata qualche giorno più tardi in via Comunale Santa Croce ad Orsolone, nei pressi dell’abitazione di un pregiudicato per reati contro il patrimonio quali riciclaggio e ricettazione, che gestisce un’attività di soccorso stradale. Ascoltato, l’uomo ha raccontato che la vettura era stata parcheggiata di notte proprio da Nasti. Dai controlli dei carabinieri è infine emerso che la Megane bianca è in uso a un nipote dello stesso Nasti.

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