Napoli, la lotta scudetto verrà riaperta solo da un flop della Juve

Prendere rinforzi per avvicinarsi alla Juventus. Quante volte abbiamo sentito dalla voce dei tifosi o letto nei commenti sui social network, questa considerazione apparentemente plausibile, ma in realtà parecchio lontana dalle reali possibilità del Napoli attuale? E’ meglio rassegnarsi a questa idea, probabilmente impopolare, ma inevitabile nella crudezza dei numeri contabili: in Italia sarà possibile tornare a vincere uno scudetto, solo quando la Juventus comincerà a calare nel rendimento travolgente degli ultimi otto anni. E’ impossibile contrastare un club che progressivamente acquista Dybala, poi toglie Pjanic alla Roma e Higuain al Napoli, concludendo il percorso di crescita con il top dei top: Cristiano Ronaldo. Se lo possono permettere, per il boom che hanno avuto da quando otto anni fa inaugurarono lo Juventus Stadium. Con l’impianto di proprietà c’è stato il decollo di un club che nell’estate del 2013 non disponeva dei 40 milioni di euro con i quali De Laurentiis riuscì ad acquistare Higuain dal Real Madrid. La storia degli anni a venire la conosciamo tutti e va reso merito a Mazzarri in primis e Sarri successivamente, nell’essere riusciti a tenere testa a Madame con un duello che in tre stagioni su otto poteva concludersi con il tricolore cucito sulle maglie azzurre. Ora è economicamente  impossibile reggere il ritmo imposto dalla famiglia Agnelli in sede di campagna acquisti e di monte ingaggi. Bisogna far funzionare l’intelletto, invece di lanciarsi in inseguimenti dai quali si rischia di uscirne con la testa rotta. Quando si dà dello spilorcio a De Laurentiis con la frase “si doveva fare qualcosa in più sul mercato”, viene da chiedersi subito dopo: sì, ma cosa? E’ vero, con quasi 120 milioni in forma di riserve di bilancio, un colpetto in più si poteva pure fare, ma nel concreto, in termini di classifica, cosa sarebbe cambiato quest’anno? Niente, perché l’acquisto mancante secondo i calcoli seppur corretti dei tifosi azzurri, non avrebbe mai potuto bilanciare il mercato fatto dalla Juventus. Fino a quando il Napoli non sarà in grado di acquistare elementi come Ronaldo, Bale, Messi, Neymar o Mbappè, non si potrà mai più partire sullo stesso piano di Madame. Accontentarsi del secondo posto? Detta così sa di ingiusta deminutio per quanto stanno facendo il club e la squadra negli ultimi anni. Soprattutto quello scorso, stagione 2018-2019: se Inter-Juventus avesse avuto una direzione di gara senza ombre, sono pronto a scommettere che il Napoli avrebbe vinto lo scudetto. E lo avrebbe fatto pur con un enorme divario economico. A cominciare dalla differenza di fatturato registrato nell’ultimo esercizio contabile: il Napoli vanta 200 milioni di euro e la Juventus 405. Meglio del club azzurro c’è anche l’Inter (262 milioni), che avrebbe festeggiato a champagne se avesse fatto registrare lo stesso rendimento del Napoli negli ultimi otto anni. E qui entra in scena, la competenza, la capacità di staff tecnico e team mercato nell’individuare calciatori a basso costo e con la prospettiva di portarli a valutazioni monstre. Basti pensare ai tre azzurri sui quali De Laurentiis ha messo il cartellino del prezzo non inferiore ai 100 milioni: Insigne, Allan e Koulibaly, in tre non si arriva a venti milioni investiti dal club per il loro acquisto. Vai a leggere le cifre del valore relativo alle singole rose della serie A e ci si accorge che quella del Napoli oggi è seconda solo alla Juventus (782,5 contro 563 milioni), con il club di De Laurentiis che vanta il miglior differenziale rispetto al prezzo speso inizialmente per i calciatori: la crescita di valore dell’organico partenopeo è stato di 353,2 ed è il migliore tra tutte le squadre di serie A. Tutto quanto scritto non è un documento per tacitare la scontentezza dei tifosi che vorrebbero (giustamente) più di un secondo posto di cui il Napoli dispone da tanti anni, serve soltanto per capire quanto sia difficile riuscire a vincere quando hai davanti una potenza economica inarrivabile come quella della Juventus.

Raffaele Auriemma

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