Niger, rapito sacerdote italiano: si batte la pista jihadista

Era rientrato in Africa una settimana fa dopo aver trascorso un periodo di riposo in Italia

ABUJA – La jihad allunga le mani sul Niger e lo fa con un episodio che coinvolge anche l’Italia. “Nella notte tra lunedì 17 e martedì 18 settembre è stato rapito da presunti jihadisti attivi nella zona padre Pierluigi Maccalli, della Società delle Missioni Africane (Sma)”. Lo rende noto  Mauro Armanino, missionario a Niamey, in Niger. E poi aggiunge: “Sarebbero stati presunti jihadisti”.

Alla base del rapimento potrebbe esserci il suo impegno contro le mutilazioni genitali

Era rientrato in Africa da una settimana, dopo aver trascorso un periodo di riposo in Italia. Intanto, si apre il ventaglio di ipotesi che avrebbero scaturito l’ira della jihad. Alla base del rapimento potrebbe esserci la sua attività contro le mutilazioni genitali

Il missionario è stato portato via ad una settimana di distanzadal suo rientro in Africa, dopo un periodo di riposo in Italia. Perché padre Maccalli fa dell’inculturazione una ragione di vita. E questo forse non è piaciuto ai terroristi dediti a questo tipo di attività.

La zona è in stato d’emergenza proprio per la presenza dei terroristi ‘di fuori’

“Da qualche mese la zona si trova in stato di urgenza – spiega padre Armanino – a causa di questa presenza di terroristi provenienti da Mali e Burkina Faso”. La Chiesa cattolica in Niger sostiene fortemente che attraverso le opere sociali “cresca il regno di Dio” ed è per questo che la Missione di Bomoanga ha un programma di impegno di Promozione Umana e di Sviluppo attraverso le sue cellule di base chiamate CSD (Comité de Solidarité et Developpement).

 

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