Plastic free, ordinanze in aumento

Napoli rinnova fino a marzo 2020 il divieto di utilizzo del materiale non biodegradabile

NAPOLI – L’ondata “plastic free” investe sempre più Comuni della Campania. Crescono le ordinanze in difesa dell’ambiente che, nell’ottica della riduzione del rifiuti, vietano l’utilizzo dei materiali in plastica non biodegradabile e non compostabile.
L’effetto del movimento ambientalista globale e l’opera di sensibilizzazione portata avanti a suon di manifestazioni di piazza in difesa della natura cominciano dunque a sortire i primi effetti. Al punto che tanti rappresentanti politici sentono forte l’impegno ambientalista.

Proprio ieri il Comune di Napoli ha deciso di estendere a marzo 2020 l’ordinanza che difende il Lungomare dall’uso della plastica. L’esperimento è partito lo scorso maggio ed è andato avanti per tutta l’estate. Visti i risultati positivi del provvedimento, il sindaco Luigi De Magistris ha così deciso di proseguire su questo virtuoso iter. Un “viaggio green” intrapreso da molti altri Comuni della Regione.

Tra le città che hanno scelto di dire addio all’uso della plastica spiccano le due isole di Ischia e Capri, che si sono fatte promotrici di una campagna per sensibilizzare le migliaia di turisti che ogni giorno affollano le loro spiagge.

L’impegno in difesa dell’ambiente è grande soprattutto nel Salernitano. Pollica, Cetara e Ravello sono già da mesi “plastic free”, dimostrando di essere “avanti” rispetto al processo che toccherà poi a tutti i Comuni europei.

Nel Casertano, la responsabilità nei confronti dell’ambente è sentita dal comune di Aversa, Trentola Ducenta, Santa Maria Capua Vetere, che si sono tutte schierate in difesa della natura.

Quest’estate, grande è stata l’opera di sensibilizzazione anche sulle spiagge di Caserta. Tante le iniziative di volontari sulle spiagge: da Ischitella a Castelvolturno, la plastica è stata bandita da tanti lidi.

Nel napoletano, anche Sant’Anastasia ha aderito alla “plastic free challenge” lanciata dal ministro per l’Ambiente Sergio Costa.

Dal canto suo, Napoli prosegue dunque sul virtuoso iter intrapreso qualche mese fa, nella speranza che il suo esempio venga seguito da tanti altri Comuni.

E per chi trasgredisce l’ordinanza le multe sono anche salate. Il provvedimento prevede infatti che chi non rispetta il divieto può essere multato tramite sanzioni amministrative che vanno da 25 a 500 euro, a seconda della gravità della trasgressione.

Un modo per scoraggiare la cittadinanza all’utilizzo della plastica e al rispetto del luogo. Troppo spesso oltraggiato da tappeti di rifiuti, bottiglie, cannucce e bicchieri di plastica, il Lungomare viene così sporcato dall’eccessivo uso di questo materiale, unito all’inciviltà delle persone.

Lo stesso sindaco e l’amministrazione hanno invitato la cittadinanza “a rinunciare all’uso di monouso in plastica, a favorire la riduzione del consumo degli imballaggi in plastica, a non abbandonare plastica sulle spiagge e nel mare e a segnalare il mancato rispetto dell’ordinanza agli organi di polizia giudiziaria”.

E’ questa una sorta di anticipazione rispetto alla direttiva dell’Unione Europea sulle plastiche monouso. La legge approvata dal Parlamento Europeo prevede il divieto di alcuni prodotti e imballaggi usa e getta in plastica, ma non è ancora entrata in vigore. Sarà valida a partire dal 2021. Motivo per il quale l’iniziativa invece intrapresa da Napoli non è ancora stata estesa a tutti i Comuni d’Italia.

Non mancano infatti falle e confusione nel sistema che regola divieti e conseguenti multe, ma il fatto che si stia comunque andando in quella direzione fa sperare bene.

Come sostenuto dall’attivista svedese Greta Thunberg e dalla leader politica Alexandria Ocasio-Cortez “la speranza di un futuro migliore è contagiosa”.

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