Genova, un tunnel al posto del ponte Morandi crollato. L’idea dell’architetto Maccallini

Il professionista romano immagina un'opera sullo stile del traforo del Monte Bianco

Rescuers inspect the rubble and wreckages at the Morandi motorway bridge, two days after a section collapsed in Genoa on August 16, 2018. - A vast span of the Morandi bridge caved in during a heavy rainstorm in the northern port city on August 14, 2018, sending about 35 cars and several trucks plunging 45 metres (150 feet) onto railway tracks below and killing at least 39 people. (Photo by Piero CRUCIATTI / AFP)

GENOVA – Sedici giorni fa la tragedia. Il crollo del ponte Morandi ha creato disperazione e morte. La città, ora, lentamente, si sta facendo forza per ripartire. Il luogo dove è avvenuto il disastro va fatto rivivere. E non per forza con un nuovo ponte. Perché c’è chi, come l’architetto Sandro Maccallini, ci vede un tunnel.

Il progetto di Maccallini: un tunnel sullo ‘stile’ del traforo del Monte Bianco al posto del ponte Morandi

Il progetto, da intendere solo come un’idea – al momento – prevede “un tunnel al posto del ponte, sovrastato da un grande parco urbano sulle sponde del Polcevera dove poter ricordare anche le vittime del crollo. Una soluzione più sicura, ecologica e funzionale che potrebbe andare a rinforzare la vocazione turistica e culturale di Genova”, come ha spiegato lo stesso 70enne.

L’architetto prenderebbe spunto dal traforo del Monte Bianco, con una suddivisione in tre sezioni: una ferrata, l’altra camionabile e una terza veicolare. Lo scavo, lungo dai 3 ai 15 chilometri, sarebbe realizzabile secondo Maccallini “con una ‘talpa’ ipertecnologica che mentre fora roccia e terreno, procede con una sorta di tubo in cemento armato gettato in opera”.

Meno pericoli, basso impatto sull’ambiente e il salvataggio delle case a rischio abbattimento

Ma perché costruire un tunnel invece di far ‘risorgere’ il ponte? “Sarebbe immediatamente cantierabile, non interferendo con la circolazione e la vita di superficie – spiega l’architetto – Inoltre eliminerebbe i rischi legati a pioggia, ghiaccio e vento riducendo il numero degli incidenti. E ci sarebbe un impatto zero sul fronte dell’inquinamento acustico e atmosferico. Insomma, un nuovo modello di città con una vivibilità a misura d’uomo distinta dalla città dei commerci marittimi e dell’industria”. E poi, seguendo lo sviluppo immaginato da Maccallini, il tunnel “consentirebbe di conservare le case e gli insediamenti sotto il ponte Morandi che al momento rischiano di essere abbattuti”.

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