Rifiuti speciali, post pandemia +12,2%

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NAPOLI – Dopo il fermo delle attività economiche dovuto alla crisi pandemica, nel 2021 si registra una crescita significativa nella produzione dei rifiuti speciali, che raggiunge 165 milioni di tonnellate. Sono stati diffusi i nuovi dati del Rapporto Ispra sulla produzione e lo smaltimento dei rifiuti speciali. Giunto alla ventuduesima edizione, il Rapporto Rifiuti Speciali, fornisce un quadro di informazioni oggettivo, puntuale e aggiornato sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi. Il Rapporto, predisposto dal Centro Nazionale dei rifiuti e dell’economia circolare in collaborazione con le Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente, esamina oltre 60 indicatori elaborati a livello nazionale, di macroarea geografica e regionale, nonché per attività economica e per tipologia di rifiuto. L’edizione 2023 fornisce i dati relativi all’anno 2021, sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi, a livello nazionale e regionale, e per la gestione anche a livello provinciale; e sull’import e l’export.

I dati

Stando al report l’aumento del 12,2% corrisponde a circa 18 milioni di tonnellate. La ripresa nei settori industriale, artigianale e dei servizi segna un aumento dei rifiuti generato dalle attività produttive. Quasi la metà (il 47,7%) proviene dalle attività di costruzione e demolizione (78,7 milioni di tonnellate), settore che si conferma come il principale nella produzione totale di rifiuti speciali. Per questa tipologia di rifiuti risulta significativa la percentuale di riciclo (80,1%) superando ampiamente l’obiettivo del 70% fissato dalla normativa al 2020. Il recupero riguarda prevalentemente la produzione di rilevati e sottofondi stradali. In generale la gestione dei rifiuti speciali è attuata da oltre 10 mila impianti presenti in Italia (5.928 sono situati al Nord, 1.899 al Centro e 2.936 al Sud). Si recupera materia dal 72,1% degli speciali e solo il 5,7% del totale gestito prevede lo smaltimento in discarica (10,2 milioni di tonnellate).

Regioni

Le regioni che producono più rifiuti speciali sono Lombardia (37,4 milioni di tonnellate), Veneto (18 milioni) ed Emilia Romagna (14,6 milioni). Al Centro la maggiore produzione è nel Lazio (10,2) e al Sud in Puglia (11,4). Il rapporto fornisce anche i dati sui flussi di rifiuti che, per quantità o complessità, presentano le maggiori criticità gestionali: rifiuti contenenti amianto (-12,2% rispetto al 2020), veicoli fuori uso (ancora lontani dall’obiettivo del recupero totale), pneumatici fuori uso (da rafforzare la raccolta), fanghi di depurazione delle acque reflue urbane (implementare tecnologie di recupero anche di tipo energetico), rifiuti sanitari (normativa privilegia ancora molto lo smaltimento).

Rifiuti pericolosi

L’analisi dei dati per tipologia di rifiuti speciali pericolosi evidenzia come il 24,9% della produzione del 2021 sia costituito dai rifiuti prodotti dal trattamento dei rifiuti e delle acque reflue, mentre una percentuale pari al 22,7% è rappresentata dai rifiuti non specificati altrimenti nell’Elenco Europeo che comprendono, tra gli altri, i veicoli fuori uso, le apparecchiature elettriche ed elettroniche, le batterie e gli accumulatori. I rifiuti dei processi chimici rappresentano, nel loro insieme, una percentuale pari al 12,9% del totale prodotto, mentre gli oli esauriti e i combustibili liquidi e i rifiuti derivanti dalle operazioni di costruzione e demolizione si attestano, rispettivamente, al 10% e 9,2% del totale prodotto; i rifiuti da processi termici e dalla lavorazione superficiale di metalli e plastica si collocano a percentuali pari al 5,9% e al 4,6%. I rifiuti non pericolosi, circa 9 milioni di tonnellate, rappresentano l’88% del totale smaltito in discarica a livello nazionale, mentre i rifiuti pericolosi, pari ad oltre 1,2 milioni di tonnellate costituiscono il 12%. I rifiuti di amianto complessivamente gestiti sono oltre 358 mila tonnellate e sono costituiti per il 98% da materiali da costruzione (circa 351 mila tonnellate). La forma di gestione prevalente è la discarica, con 331 mila tonnellate, il 92,3% del totale gestito; il restante quantitativo è avviato a trattamento preliminare e a deposito preliminare (circa 28 mila tonnellate).
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