Scacco al clan Mallardo, 9 arresti

Foto Ufficio stampa Carabinieri/LaPresse

GIUGLIANO (Mauro De Riso) – Il blitz è scattato ieri notte, ad opera dei carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Giugliano in Campania. Sono nove gli esponenti del clan Mallardo finiti in manette con l’accusa di estorsione e detenzione illegale di armi da sparo, aggravata dalle finalità e modalità mafiose. I militari, coordinati dal capitano Andrea Coratza, hanno tratto in arresto Ciro Agalbato, 28 anni, Davide Barbato, 55 anni, Oreste Comite, 65 anni, Salvatore D’Alterio, 54 anni, Vincenzo La Pignola, 47 anni, Carmine Maione, 38 anni, Antonio Mallardo, 34 anni, Antonio Seguino, 62 anni, e Michele Di Nardo, 43 anni. Quest’ultimo, in particolare, era stato scarcerato di recente ed è considerato dagli inquirenti un esponente di rilievo del clan Mallardo. Sono indagati a piede libero, invece, Angelo Pirozzi, 46 anni, Antonio Russo, 52 anni, e Biagio Vallefuoco, 54 anni. L’organizzazione, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, era dedita soprattutto alle estorsioniai danni di imprenditori edili, concessionari di automobili e ristoratori, oltre che nel settore del conferimento degli oli esausti e nell’attività di riscossione e recupero crediti. Sono 15, nello specifico, gli episodi ricostruiti e contestati dai carabinieri, che hanno anche scoperto un possibile tentativo di intimidazione da parte degli imputati nei confronti dei militari che stavano portando avanti le indagini. Il gruppo, secondo le ricostruzioni dei carabinieri, rientrerebbe in una articolazione del clan Mallardo, egemone a Giugliano, e in una parte del cartello dell’Alleanza di Secondigliano, che opera specificamente lungo la fascia costiera. Un  duro colpo inferto al clan, dopo i 25 arresti effettuati il giorno prima dalla Dia nei confronti di soggetti accusati, a varo titolo, di estorsione, e intestazione fittizia di beni, Delitti, tutti, aggravati dal metodo mafioso.

“Abbiamo i figli e dobbiamo campare”

Noi siamo i compagni di Giugliano e pure noi abbiamo i figli come li tenete voi. Ci dovete dare un regalo, pure noi dobbiamo campare”. La minaccia ricostruita dagli inquirenti fa riferimento ai lavori di costruzione di un distributore di carburante in via Domiziana, per la quale il clan Mallardo si rivolge ad un imprenditore intimandogli di versare la somma di 10mila euro.  Stesso discorso per un altro imprenditore, titolare di un bar, che stava eseguendo lavori di ristrutturazione su tre diversi cantieri. “Embe’, a noi non ci devi dare niente?” è l’approccio per chiedere un pizzo da 11mila euro. Un sistema coallaudato, quello adottato dal clan Mallardo che, secondo la Dda, sarebbe “dotato di significativa forza intimidatrice” sul territorio di Giugliano. si dividono i proventi e pianificano strategie comuni con i Contini e i Liccardi, per consolidare insieme il controllo mafioso del territorio. E le due operazioni in 24 ore contro i vertici del clan Mallardo vanno ad intaccare gli equilibri tra le cosche del territorio. La Dda ricostruisce i rapporti tra le famiglie malavitose operanti nell’area giuglianese, che si trova sotto la sfera di influenza camorristica dell’Alleanza di Secondigliano. Un patto tra clan, per potenziare la leadership del Sistema sul territorio ed espandersi anche altrove, in particolare nei Comuni di Qualiano e Villaricca e finanche nel casertano.

Cuomo (Sos Impresa): “Aziende più sicure e decine di denunce con i bonus edilizi”

Dieci denunce in poco più di un anno, con l’avvento dei bonus edilizi le ditte del territorio sono invogliate a mettere all’angolo i clan”. Luigi Cuomo (nella foto), presidente dell’associazione antiracket Sos Impresa, rivela un incremento notevole delle denunce in correlazione con l’introduzione dei bonus edilizi e delle cessioni dei crediti di imposta per gli interventi di manutenzione straordinaria dei fabbricati. Un dato che, riferisce Cuomo, è ricollegabile alla “maggiore sicurezza da parte delle ditte nel tenere i conti e i dipendenti in regola, superando in tal modo il timore di finire sotto la tagliola dei controlli”. I maggiori introiti connessi ai bonus, dunque, avrebbero spinto le imprese ad effettuare un numero crescente di denunce di episodi di racket ed estorsione. “Tra gli episodi ricostruiti dai carabinieri nelle indagini relative al clan Mallardo, due fanno riferimento ad imprenditori che abbiamo seguito noi, accompagnandoli a denunciare” racconta Cuomo. Il settore dell’edilizia, d’altra parte, è molto florido nell’area Nord e attira le mire del clan, pronto ad imporre il pizzo alle imprese o finanche assunzioni di dipendenti collegati alle famiglie criminali. “Ma ci sono spiragli di luce che iniziano ad intravedersi – evidenzia Cuomo – E questo vantaggio non deve andare disperso”.

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