Ucraina, l’Ue annuncia sanzioni contro Mosca, violato diritto e accordi Minsk

Foto Francois Walschaerts Pool via AP in foto la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen

BRUXELLES – Il riconoscimento del Donbass da parte di Putin piomba sulla crisi russo-ucraina come un macigno in uno stagno di incertezze e paure reciproche. La reazione Ue non si è fatta attendere: pochi minuti dopo l’annuncio del presidente russo, le più alte cariche Ue hanno emesso una nota congiunta. “Il riconoscimento dei due territori separatisti in Ucraina è una palese violazione del diritto internazionale, dell’integrità territoriale dell’Ucraina e degli accordi di Minsk”, hanno scritto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell. “L’Unione reagirà con sanzioni contro coloro che sono coinvolti in questo atto illegale”, scrivono i vertici Ue.

Una mossa “da condannare in quanto contraria agli accordi di Minsk e costituisce un grave ostacolo nella ricerca di una soluzione diplomatica”, è stata la reazione del ministro Di Maio. La notizia della decisione di Putin è arrivata quando i ministri degli Esteri Ue si erano già congedati e l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, stava per lasciare la sala stampa. Poco prima aveva minacciato sanzioni in caso di riconoscimento russo delle due repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, riprendendo il pacchetto che era già stato preparato contro Mosca in caso di aggressione all’Ucraina.

“Ci aspettiamo che Putin non riconosca l’indipendenza del Donbass e siamo pronti a reagire con un forte fronte unito se prendesse questa decisione”, ha dichiarato il capo della diplomazia europea prima di apprendere dai giornalisti in sala la notizia della decisione. Putin ha riconosciuto l’indipendenza del Donbass? “Lo apprendo da voi. Grazie per avermi dato la notizia. Ora fatemi controllare, lasciatemi lavorare”, ha detto loro.

Per approvare le sanzioni annunciate si attende ora la convocazione di un Consiglio Esteri straordinario a cui non dovrò mancare l’unanimità, come va ripetendo Borrell da più giorni, perché i paesi Ue sono uniti come mai prima. Così come unità è stata mostrata nella volontà di lasciare aperte le sedi diplomatiche a Kiev. Anche l’Italia, che “è in massima allerta”, ha deciso che l’Ambasciata a Kiev resterà “aperta e pienamente operativa” anche se in questi giorni sta facendo le prove di evacuazione del personale, ha fatto sapere il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

A tutti gli italiani che si trovano in Ucraina è stato però chiesto di lasciare il paese. La guerra avrebbe “effetti devastanti sull’Europa” e “l’unica soluzione può essere una soluzione diplomatica a questa crisi e l’Italia sta lavorando in tal senso”, ha affermato il capo della Farnesina. E questa soluzione significava evitare le sanzioni, ma ora che queste sono state annunciate per il riconoscimento del Donbass, “l’Italia si coordinerà con gli alleati e gli altri paesi europei”, ha detto il ministro.

Certo la preoccupazione per le ricadute economiche anche dal lato europeo è forte, tanto che in queste ore a Bruxelles era avanzata l’idea di un fondo di compensazione per attenuare i danni economici al sistema produttivo in caso di sanzioni. “In questo momento mostrare l’unità dell’Unione europea e degli Stati membri è un punto fondamentale anche come deterrente ad una eventuale invasione”, ha sottolineato il titolare della Farnesina. “Ad ogni modo voglio dire in generale che non escludo altre azioni nell’Unione europea nei prossimi giorni per favorire la soluzione diplomatica”, ha annunciato il ministro senza rivelare di quali mosse stesse parlando.

Nel frattempo l’evoluzione della crisi ha preso pieghe inaspettate proprio mentre si attendeva un incontro salvifico Putin-Biden. Ora si attende di capire quali sanzioni verranno messe sul tavolo, con che tempi e con che ricadute. Nel pacchetto erano incluse anche quelle dirette al settore energetico russo. Sanzioni che alcuni paesi, come la Lettonia, avevano già chiesto di applicare a prescindere, perché, a loro avviso, la pressione ai confini e le minacce sono da considerarsi già un attacco. Gli eventi hanno precipitato le cose e aperto scenari inediti.(LaPresse)

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