Ucraina, Save the Children: in 67mila già arrivati in Romania

Bambini e madri angosciati in fuga dall'Ucraina, famiglie divise dopo che, a causa delle operazioni militari russe, sono state costrette a lasciare le loro case per cercare sicurezza nei paesi limitrofi

I cittadini in fuga dall'Ucraina (AP Photo/Vadim Ghirda)

MILANO – Bambini e madri angosciati in fuga dall’Ucraina, famiglie divise dopo che, a causa delle operazioni militari russe, sono state costrette a lasciare le loro case per cercare sicurezza nei paesi limitrofi. Questa la situazione di tante persone che stanno passando i confini con la Romania descritta da Save the Children. Secondo le Nazioni Unite, i combattimenti hanno provocato 500.000 sfollati. Già più di 67.000 persone hanno attraversato il confine con la Romania. Alcune di loro hanno viaggiato a piedi, con pochi effetti personali e i bambini hanno affrontato notti e giorni esposti a condizioni estreme, con temperature molto rigide.

Gli operatori di Save the Children in Romania hanno incontrato bambini e madri, angosciati e preoccupati, poiché molti hanno dovuto abbandonare i loro padri e mariti dopo che le autorità hanno ordinato agli uomini ucraini tra i 18 e i 60 anni di restare a combattere. “Siamo estremamente preoccupati per i minori e le loro famiglie in fuga dall’Ucraina. Molti di loro sono sopravvissuti a otto anni di conflitto e in queste ore stanno arrivando nei nostri spazi di supporto per l’accoglienza al confine, portando con se un bagaglio di sofferenza”, ha dichiarato Gabriela Alexandrescu, direttrice di Save the Children in Romania. “Se da un lato le madri sono sollevate perché i loro figli sono al sicuro e hanno trovato rifugio, dall’altro sono terrorizzate di essere sole. Con mariti e padri rimasti in Ucraina, si sentono schiacciate dalla responsabilità di avere la vita del loro bambino esclusivamente nelle loro mani”, conclude Alexandrescu.

 “Quella a cui stiamo assistendo a causa del conflitto in Ucraina potrebbe diventare la più grande emergenza umanitaria d’Europa dal 2015, quando tantissimi rifugiati sono arrivati, fuggendo dai conflitti in Afghanistan, Iraq e Siria. Più di 500.000 persone sono già fuggite dall’Ucraina e si teme che il numero possa crescere fino a 5 milioni”, ha commentato Irina Saghoyan, direttrice di Save the Children per l’Europa orientale. “Stiamo assistendo a una crescita allarmante ed esponenziale dei bisogni umanitari. Con temperature così rigide, gli spostamenti comportano un rischio ancora maggiore. Questi bambini hanno visto cose che nessun bambino dovrebbe mai vivere. È fondamentale che tutti quelli che entrano nei paesi vicini, compresa la Romania, siano protetti e abbiano accesso a cibo, acqua pulita, abbiano un riparo e ricevano supporto per la loro salute mentale”, conclude Saghoyan.

In Romania, Save the Children sta lavorando con migranti e richiedenti asilo in cinque centri di accoglienza. L’organizzazione umanitaria, inoltre, sta conducendo una valutazione dei bisogni in quattro campi profughi nel nord-est della Romania, e si sta preparando a distribuire beni essenziali e ad allestire spazi sicuri dove i minori possano giocare, imparare e elaborare il trauma vissuto, affrontando il dolore per la perdita della loro quotidianità e spesso di persone care. Save the Children, in queste ore, sta anche valutando l’entità dell’emergenza in Polonia e Lituania per rispondere ai bisogni dei bambini e delle famiglie in fuga dal conflitto.

L’organizzazione chiede ai paesi limitrofi di fornire accesso all’asilo, alla protezione e all’assistenza a tutte le persone che fuggono dall’Ucraina, indipendentemente dalla loro nazionalità o dallo stato del visto. È anche vitale che i servizi per i minori siano immediatamente disponibili, compresi luoghi sicuri per giocare e imparare, supporto per la salute fisica e mentale, informazioni a misura di bambino, e venga attivato un sistema per rintracciare e riunire le famiglie. Save the Children opera in Ucraina dal 2014, fornendo aiuti umanitari essenziali ai bambini e alle loro famiglie, sostenendo il loro accesso all’istruzione, supportandoli a livello psicosociale, distribuendo kit invernali e kit per l’igiene, e fornendo denaro alle famiglie in modo che possano soddisfare le esigenze di base come il cibo, l’affitto e le medicine, o in modo che possano investire in nuove attività.

(LaPresse)

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