Vaccini, oltre 80% prime dosi. Figliuolo: “Obbligo? Dobbiamo convincere, poi si deciderà”

Soddisfatto dai numeri della campagna, dalla risposta dei più giovani, ma preoccupato da quella fascia di 50enni che ancora sfugge al siero anti Covid. Nei giorni in cui la politica discute dell'estensione del green pass e dell'eventualità, se necessario, di adottare l'obbligo vaccinale, il commissario per l'emergenza Francesco Paolo Figliuolo fa il punto della situazione e parla di "bel giorno per l'Italia" visto che si è superato l'80% di somministrazioni di prime dosi.

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ROMA – Soddisfatto dai numeri della campagna, dalla risposta dei più giovani, ma preoccupato da quella fascia di 50enni che ancora sfugge al siero anti Covid. Nei giorni in cui la politica discute dell’estensione del green pass e dell’eventualità, se necessario, di adottare l’obbligo vaccinale, il commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo fa il punto della situazione e parla di “bel giorno per l’Italia” visto che si è superato l’80% di somministrazioni di prime dosi. “Un traguardo importante”, che fa ben sperare in vista dell’obiettivo di fine settembre, quando la stessa cifra dovrà essere raggiunta sul fronte immunizzati (al momento le persone che hanno completato il ciclo vaccinale sono circa 39 milioni, ovvero il 72% della popolazione over 12).

“Il nostro Paese è vicinissimo all’immunità di gregge” sottolinea Figliuolo, ricordando però che la variante Delta è molto contagiosa, tanto da colpire anche chi è vaccinato. I sieri, tuttavia, “limitano tantissimo gli effetti nefasti di ospedalizzazione e terapia intensiva”. Ecco perché bisogna andare avanti per bloccare il diffondersi del virus e delle sue mutazioni. “Se basterà l’80%? Non lo so, e se non basterà andremo avanti – annuncia il commissario in visita all’hub vaccinale di Amazon a Passo Corese, in provincia di Rieti -. È chiaro che non è che il primo ottobre spegniamo i motori: la campagna continuerà finché ci sarà gente che verrà a vaccinarsi”. Uno dei problemi, però, è proprio rappresentato dal fatto che c’è uno zoccolo duro che continua ad evitare il siero. “In questo momento – confessa Figliuolo – ci sono delle preoccupazioni per la fascia 50-59 anni in cui ci sono ancora 1,8 milioni di persone non vaccinate”. Diverso il discorso per quanto riguarda i teenager: “Sui giovani stiamo avendo veramente degli ottimi risultati. A livello nazionale, sulle 100mila prime inoculazioni di ieri, il 30% riguardava la classe 12-19 anni”. Dati confortanti soprattutto in vista dell’imminente ripresa dell’anno scolastico.

Nelle prossime settimane, inoltre, come già annunciato dal ministro della Salute Roberto Speranza, scatteranno anche le terze dosi utilizzando Pfizer e Moderna. “Si partirà già a settembre con gli immunocompromessi – conferma il generale -, ovvero quelle persone che hanno bisogno di un aiuto per la risposta del sistema immunitario. Sarà un richiamo, una classica dose booster”. La platea calcolata è di circa 3 milioni di persone, “poi a seguire è probabile che si vada sui più anziani, le Rsa e il personale sanitario”. Da capire se anche per questa fase saranno ancora utilizzati i grandi hub: Figliuolo ne sta discutendo con i presidenti delle Regioni e alla fine si dovrebbe arrivare a un sistema misto che darà via via maggiore importanza alla figura di medici di base, farmacisti e pediatri. Sull’obbligo vaccinale, infine, il commissario non si esprime. “Il vaccino va fatto, noi dobbiamo convincere, poi le decisioni di altro tipo spettano al governo – afferma -. Se non riusciamo a scalfire lo zoccolo duro e si arriva a una percentuale per cui c’è bisogno di fare di più, saranno i decisori a sapere cosa fare”.

Di Ronny Gasbarri

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