Clan Bidognetti, nuove accuse al genero del boss

CASAL DI PRINCIPE – No agli abbreviati condizionati. Il giudice Nicoletta Campanaro del Tribunale di Napoli, ieri mattina, ha respinto la richiesta dei difensori di alcuni dei 32 imputati, trascinati a processo dall’inchiesta sui clan Bidognetti e Schiavone, di evitare il dibattimento e di avere pure la possibilità di interrogare in aula, prima di dare la parola alla Procura, alcuni testimoni. Il palazzo di giustizia ha chiarito, invece, che potranno affrontare il rito abbreviato se accettano di confrontarsi solo con il materiale che ora è a disposizione di accusa e difesa. Se avessero voluto inserire nuove prove, avrebbero dovuto virare sul rito ordinario. Cosa hanno deciso? Tutti gli imputati hanno accettato il condizionato ‘secco’.
Nell’udienza di ieri, i pubblici ministeri Graziella Arlomede e Maurizio Giordano hanno annunciato anche la modifica al capo di imputazione per il 37enne Carlo D’Angiolella, marito di Katia Bidognetti, la figlia del capoclan Francesco Bidognetti, alias Cicciotto ‘e mezzanotte. A seguito delle informazioni fornite dai nuovi collaboratori di giustizia, Vincenzo D’Angelo, detto biscottino, marito di Teresa Bidognetti (sorella di Katia), e Antonio Lanza, ex capozona di Lusciano, i magistrati della Dda hanno deciso di accusarlo non più di ricettazione con l’aggravante mafiosa, ma di associazione mafiosa. Per la Procura il 37enne ha fatto parte del clan Bidognetti.
Oltre a D’Angiolella, D’Angelo, le rispettive consorti e Lanza, sono a giudizio pure Nicola Sergio Kader, 37enne di Castelvolturno, Salvatore Gabriele, 47enne di Napoli, alias ‘o spagnuolo, Nicola Garofalo, 60enne, detto Badoglio, di Frignano, scarcerato ieri su istanza del suo legale, l’avvocato Paolo Della Volpe (ha ottenuto i domiciliari), Giosuè Fioretto, 60enne di Trentola Ducenta, Giacomo D’Aniello, 63enne aversano, Giovanni Stabile, 26enne di Giugliano in Campania, Antonio Stabile, 34enne originario di Napoli, Gianluca Bidognetti, 35enne, figlio del capoclan Cicciotto ‘e mezzanotte, Federico Barrino, 36enne, Francesco Cerullo, 45enne di Frignano, Emiliana Carrino, 54enne di Napoli, Annalisa Carrano, 31enne, e Francesca Carrino, 41enne, entrambe di Castelvolturno, Agostino Fabozzo, 52enne di Aversa, Marco Alfiero, 37enne di Castelvolturno, Onorato Falco, 29enne di Parete, Clemente Tesone, 56enne di Parete, Giovanni Della Corte, 54enne, Franco Bianco, 50enne, Salvatore De Falco, 48enne, Vincenzo Di Caterino, 39enne, Giuseppe Di Tella, 52enne, tutti di Casal di Principe, Giuseppe Granata, 40enne di Villa Literno, Felice Di Lorenzo, 67enne di Aversa, Francesco Sagliano, 42enne di San Marcellino, Francesco Barbato, 44enne, e Luigi Mandato, 42enne aversano.
vocati Claudio Davino, Ciro Della Torre, Ferdinando Letizia, Giovanni Cantelli, Alfonso Quarto, Michele Basile, Carlo De Stavola, Domenico Della Gatta, Domenico Dello Iacono, Angelo Raucci, Giuseppe Guadagno, Enrico Iascone ,Mario Griffo, Marco Trasacco, Fabio Della Corte, Giuseppe Stellato, Pasquale Diana, Amalia Caliendo, Nicola Leone, Francesco Saverio Petrillo, Claudio Sgambato, Luigi Poziello e Carmine Procentese.
L’indagine, condotta dai carabinieri, che ha fatto scattare il processo, secondo la Dda ha documentato la nuova struttura che si sono dati le cosche Schiavone e Bidognetti, sotto la guida, rispettivamente, di Giovanni Della Corte e Gianluca Bidognetti (detenuto al 41 bis nel carcere di Spoleto). Il lavoro dei militari dell’Arma avrebbe anche fatto emergere numerosi episodi di estorsione realizzati dai ras del clan ai danni di imprenditori dell’Agro aversano e del Litorale. Il processo con rito abbreviato per i 32 imputati riprenderà a settembre per la requisitoria dei pubblici ministeri.

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