Blitz contro i Bidognetti e gli Schiavone, 39 arresti

CASAL DI PRINCIPE – Nonostante gli arresti e le scelte di collaborare con la giustizia hanno mantenuto una loro organizzazione. I due clan Bidognetti e Schiavone hanno ancora dei capi, dei fedelissimi, dei gregari e dei fiancheggiatori. Alcuni dirigevano gli affiliati dal carcere. Quello che era rimasto della cosca è stato smantellato ieri mattina all’alba. Sono 39 gli arresti, di cui 33 in carcere. Sei gli indagati a piede libero. Per la Dda di Napoli a loro carico ci sono reati contestati a vario titolo come camorra, estorsioni, traffico di droga. Nonostante avessero intenzione di costituire una ‘cassa comune’ delle due cosche in cui far confluire i soldi delle attività illecite i Bidognetti e gli Schiavone hanno mantenuto la loro autonomia l’uno dall’altro. Non senza frizioni e scontri.

Il clan smantellato

Tra gli arrestati anche due figli di Francesco Bidognetti, storico capo della cosca, in carcere dal 1993. Da ieri mattina Katia e Teresa Bidognetti sono in carcere. Con loro è coinvolto nell’inchiesta anche il figlio del capoclan, Gianluca Bidognetti. Ordinanza in carcere anche per lui; era già detenuto. Ad eseguire l’ordinanza cautelare emessa dal gip del tribunale di Napoli Isabella Iaselli su richiesta della Procura antimafia partenopea sono stati i carabinieri del Comando Provinciale di Caserta. I carabinieri del Comando Provinciale di Caserta e del Gruppo di Aversa sono stati coadiuvati, nella fase operativa, da personale del Nic, Nucleo operativo centrale della polizia penitenziaria.

Il reato contestato

Il reato di associazione mafiosa per il clan Schiavone viene contestato a Giovanni Della Corte, Franco Bianco, Salvatore De Falco, Vincenzo Di Caterino, Giuseppe Di Tella e Giuseppe Granata. Per la Dda di Napoli Della Corte sarebbe il capo e organizzatore degli Schiavone. Per il gruppo Bidognetti il reato di camorra viene contestato a Gianluca Bidognetti, ritenuto capo e organizzatore, Vincenzo D’Angelo, Giosuè Fioretto, Antonio Lanza, Nicola Garofalo, Agostino Fabozzo, Emilio Mazzarella, Luigi Cirillo, Federico Barrino, Vincenzo Simonelli, Francesco Cerullo, Ernesto Corvino, Giovanni Corvino e Nicola Sergio Kader. Il gruppo Bidognetti assiste ad una svolta il 15 maggio del 2020 quando viene scarcerato Fioretto. E’ lui che all’interno dell’organizzazione rivendica sin da subito l’autorità del clan. Con la sua scarcerazione vengono nuovamente divise le zone e i territori su cui i due gruppi si muovono per le estorsioni alle vittime.

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