Bufale, 300 allevamenti nel baratro nel Casertano

Gli allevamenti messi in ginocchio dal piano regionale per eradicare le malattie infettive delle specie bovina e bufalina. La delegazione di imprenditori agricoli accompagnata da Fabbris accolta dal capo di gabinetto Biagio Del Prete

CASERTA – Migliaia di bufale uccise sull’altare della lotta alla brucellosi e alla tubercolosi. E l’unico risultato ottenuto, per ora, è stato il tracollo di un settore: i grandi stabilimenti si sono rafforzati economicamente e commercialmente, le piccole realtà, invece, sono state indebolite, ridotte in misera e condannate a chiudere i battenti. Un tragico processo che se tradotto in cifre dice 300 allevamenti chiusi in pochi anni. Ed è proprio questo numero impietoso che, ieri mattina, è arrivato in Prefettura: a consegnarlo una delegazione di quattro imprenditori agricoli, in rappresentanze delle diverse associazione di base riunite nel Coordinamento unitario ‘Difesa del patrimonio bufalino’.

A ricevere i rappresentanti di categoria è stato Biagio Del Prete, capo di gabinetto del prefetto Giuseppe Castaldo. E a lui Adriano Noviello, Francesco Di Tella, Salvatore Pirozzi e Pasquale D’Agostino, accompagnanti da Gianni Fabbris, hanno consegnato le 300 chiavi di altrettante aziende agricole “già chiuse per colpa del piano antri-brucella della Regione”.
I cinque hanno anche depositato “il documento articolato con cui il movimento degli allevatori esprime il suo giudizio sulla delibera 104/22 con cui la Regione Campania ha adottato il nuovo piano sulla brucellosi e la tbc bufalina”.
Il lavoro ratificato dall’esecutivo guidato dal governatore Vincenzo De Luca, stando alla tesi degli allevatori, ha dato vita ad una “norma pasticciata, confusa” finalizzata sostanzialmente solo ad implementare gli abbattimenti delle bufale. Il pacchetto di regole che d’ora in poi dovranno seguire gli allevatori, per debellare le infezioni, sembra essere stato scritto “per fallire nell’obiettivo dell’eradicazione della brucellosi e della tbc producendo – ha sostenuto il gruppo – il sicuro effetto di aggravare la crisi delle aziende bufaline del territorio casertano”.

Domani si terrà una manifestazione di protesta contro il piano regionale che gli allevatori hanno organizzato e che vederà il suo teatro di azione l’autostrada. Del Prete, durante il confronto, ha chiesto alla delegazione se ci fossero le condizioni per revocarla. Ma la risposta datagli è stata netta: “Non ci fa piacere creare problemi al territorio ed ai cittadini, ci piacerebbe rimanere al lavoro nelle nostre stalle, siamo pronti in qualsiasi momento a sospendere le manifestazioni se, come stiamo chiedendo da tempo, il presidente De Luca ci darà i segnali che ci attendiamo”. Il capo di gabinetto del prefetto, ha fatto sapere il Coordinamento, “ha assunto l’impegno di intervenire per le vie istituzionali sulla Regione Campania per sollecitarla alle risposte ed ha annunciato che entro oggi, i documenti saranno inviati ai due ministri dell’Agricoltura e della Salute”.

Oltre alle trecento chiavi delle aziende costrette a chiudere i battenti, i delegati hanno depositato un elenco delle attività che sono entrate in crisi negli ultimi dieci anni. Al termine dell’incontro con Del Prete, Fabbris e Noviello si sono recati in Questura per concordare con i dirigenti del Servizio le modalità di svolgimento della manifestazione di domani. Alle ore 12 ci sarà un concentramento dei trattori e dei mezzi di lavoro nel piazzale sulla sinistra dei pressi del casello autostradale di Capua. All’una si terrà l’assemblea pubblica “con l’invito a partecipare alla stampa, ai sindaci, ai consiglieri, ai parlamentari, alle associazioni, agli allevatori, agricoltori, trasformatori artigianali, trasportatori e contoterzisti”. Alle 15 scatterà la manifestazione ‘Giù le mani dalle bufale, giù le mani da Terra di Lavoro’: i mezzi di lavoro e gli autoveicoli percorreranno a passo lento la carreggiata centrale del tratto Capua, Caserta Sud-Caianello-Capua esponendo striscioni e cartelli.

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