De Luca conta i fedelissimi e aspetta la frenata di Schlein

Il governatore non attacca la segretaria ‘piuttosto contraria’ al terzo mandato e prepara alla nuova corsa chi gli è rimasto accanto in tutte le cinque province

Foto Marco Alpozzi - LaPresse Nella foto: Vincenzo De Luca

NAPOLI – Dietro i no comment c’è la sicurezza di poter fare da solo, come avvenuto in passato, come pensa possa accadere ancora. Vincenzo De Luca non attacca Elly Schlein ed è già al lavoro per costruirsi la sua coalizione, indipendentemente dalle scelte che farà il Partito democratico. Aveva reagito di pancia, criticando in maniera ironica, il governatore, dopo la vittoria di Schlein alle primarie. Ora tace e aspetta. Perché ritiene che la segretaria sia già incartata, che il fenomeno si sgonfierà da solo e bisogna soltanto resistere un po’. Le prime crepe del nuovo corso democratico sono state evidenziate dal percorso delle alleanze. I 5 Stelle hanno messo le mani avanti dopo aver fiutato che il Pd voleva inglobarli. I grillini hanno iniziato a chiedere, a cominciare proprio dalla testa di De Luca in Campania, a incalzare Schlein sui temi. Non hanno abboccato e ora dettano l’agenda, cercando risposte che la segretaria dem non sembra in grado di dare, nascondendosi dietro i ‘piuttosto’ e i ‘vedremo’, mentre i pentastellati si mostrano barricaderi come ai vecchi tempi. In questa situazione De Luca lavora per il suo terzo mandato, certo che alla fine il Consiglio regionale cederà ai suoi desiderata, indipendentemente da ogni diktat che potrà arrivare dal Nazareno. Diktat che Roma poteva già chiarire e invece Schlein non l’ha fatto. Segno che una trattativa c’è. De Luca, così, si è messo comodo in attesa e ieri negato anche ogni scontro con il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che sta lavorando neanche tanto sotto traccia per sostenere la candidatura di Roberto Fico al posto di quella del governatore che lo ha appoggiato alle Comunali. Ecumenico, il presidente della Regione. Solo su questo tema, mentre su quello degli investimenti sulla Cultura dà del cafone praticamente a chiunque. Sulla politica, invece, solo no comment. E lavora alla coalizione che lo sosterrà. Nel suo feudo di Salerno, oltre al figlio deputato Piero, gli sono rimasti fedeli Nicola Landolfi, il sindaco Enzo Napoli e Bruno Di Nesta, ritenuto ‘eminenza grigia’ del Pd salernitano. E poi ci sono Fulvio Bonavitacola, Franco Picarone e Luca Cascone, che in Regione lo supportano senza indugio. Gruppo dei fedelissimi che si rintraccia anche in altre province, con Rosetta D’Amelio, Giulia Abbate e Roberta Santaniello tra Avellino e Benevento. A Napoli ha meno appoggi, visto che il gruppo regionale del Pd è a sua volta silente in attesa che gli eventi si sviluppino (ma Carmine Mocerino è sempre al suo fianco), mentre a Caserta può continuare a contare su tutto quel mondo moderato che ha sposato le sue civiche. Si è messo lì, De Luca, sulla riva del fiume. Aspettando che l’euforia per la vittoria di Schlein si dissolva. E in ogni caso prepara una battaglia politica personale e non solo. Già in passato ha dovuto fronteggiare il Partito democratico regionale e lo ha battuto alle sue stesse primarie, prima di scontrarsi con i candidati del centrodestra. Probabilmente si prepara a farlo ancora. A meno di una trappola in consiglio regionale, che potrebbe trasformarsi, però, in boomerang per chi la tenderà.

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