Giustizia, mea culpa di Di Maio su Uggetti ma la svolta agita il M5S. Il Pd: “Ora insieme sulla riforma”

Il ministro degli Esteri ed ex capo politico del M5S si pente per aver "esacerbato il clima" e trova oggi "grottesche e disdicevoli" le modalità scelte allora per combattere la battaglia politica

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 29-04-2021 Roma, Italia Politica Senato - Question time Nella foto: Il Ministro degli affari esteri Luigi Di Maio Photo Mauro Scrobogna /LaPresse April 29, 2021  Rome, Italy Politics Senate - Question time In the photo: Foreign Minister Luigi Di Maio

ROMA – Un ‘mea culpa’ che arriva dopo cinque anni, ma che sa di svolta. La vicenda è quella che riguarda il sindaco di Lodi Simone Uggetti, arrestato e costretto alle dimissioni nel 2016, assolto perché il fatto non sussiste due giorni fa. Le scuse sono di Luigi Di Maio. Il ministro degli Esteri ed ex capo politico del M5S si pente per aver “esacerbato il clima” e trova oggi “grottesche e disdicevoli” le modalità scelte allora per combattere la battaglia politica. “Si potevano, certo, chiedere le dimissioni del sindaco ma – scrive in una lettera al Foglio – campagne social, sit in di piazza, insinuazioni, utilizzo di frasi al condizionale che suonano come indicative, col senno di poi, credo siano stati profondamente sbagliati”.

Il mea culpa di Di Maio

La lettera di Di Maio rimbalza sin dal mattino nelle chat dei parlamentari, pentastellati e non. “E’ un piccolo passo per Di Maio, vediamo se sarà un grande passo per il M5S”, azzardano i più ottimisti. “Sono in arrivo indagini per il M5S”, pronosticano assai poco politicamente corretti i più scettici. In ogni caso, per il Movimento, è un giro di boa. E per molti arriva inaspettato. “E’ la mossa di Luigi per riposizionarsi e riposizionare il Movimento”, attaccano i malpancisti. A ‘coprire’ la fuga in avanti arrivano a stretto giro di posta le parole di Giuseppe Conte: “Riconoscere un errore, come ha fatto oggi Luigi Di Maio, è una virtù. Alimentare la gogna mediatica per contrastare gli avversari a fini elettorali contribuisce all’imbarbarimento dello scontro politico”, mette nero su bianco il leader in pectore dei grillini.

La linea del M5S

Anche Virginia Raggi condivide le parole del ministro, mentre Alessandro Di Battista sembra non apprezzare troppo: Giorni fa non è stato arrestato anche il sindaco di Foggia in quota Lega? E che alcuni esponenti dei Cinque Stelle lo hanno attaccato? Allora non dovevano farlo perché ovviamente è innocente fino a sentenza passata in giudicato?”, dice sarcastico. Lancia invece una proposta Stefano Buffagni: dopo gli “attacchi sproporzionati” subiti, il Movimento 5 Stelle e il Pd – azzarda – potrebbero “dare un segnale candidandolo nel collegio di Siena”.

Le scuse

Il diretto interessato apprezza le scuse. “Mi fa molto piacere questo tipo di riconoscimento anche perché non riguarda solo me ma anche la mia famiglia. Spero – spiega l’ex sindaco di Lodi – che questo mio calvario sia stato anche utile: voglio sperare che ci sia una presa di contatto con la realtà e che si capisca che dietro a un arresto o a un’indagine ci sono persone con i loro affetti”.

La linea di Renzi

Gradisce, a suo modo, la mossa di Di Maio anche Matteo Renzi. “Qualcosa sta cambiando, il giustizialismo non tira più, il populismo è in crisi. Nessuno potrà cancellare le sofferenze anche umane di quel periodo. Oggi però emerge un fatto politico: avevo chiesto anche due giorni fa che si scusassero pubblicamente. Lo hanno fatto: meglio tardi che mai. Il tempo è galantuomo: la verità arriva prima o poi. E su questi temi il meglio deve ancora venire”, assicura il leader di Iv. “Credo che le parole del ministro Di Maio colgano un punto che dovrebbe essere condiviso da tutte le forze politiche e non solo: basta processi in piazza, stop linciaggi pubblici”, commenta la responsabile Giustizia del Pd Anna Rossomando.

Pace fatta

Pace fatta, dunque. Ma il rischio è che sia una tregua di breve respiro, dal momento che distanti restano le posizioni dei partiti sulla riforma del processo e la prescrizione sulle quali è al lavoro la Guardasigilli Marta Cartabia. “Se partiamo da questa base, arrivare a una riforma del processo penale che metta al centro tempi certi e garanzie, diventa un obiettivo raggiungibile”, azzarda Rossomando. “La riforma della Giustizia va affrontata con equilibrio – avvisa Buffagni – ci sono temi su cui riflettere, da modificare in maniera seria”.

(LaPresse/di Nadia Pietrafitta)

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