Musica, Enrico Ruggeri svela la sua ‘Alma’: “Non voglio omologarmi”

E' il trentacinquesimo album della storia dell'artista

Enrico Ruggeri (Foto LaPresse/Matteo Rasero/Federico Guberti)

MILANO – ‘Alma’ è il 35esimo album della carriera di Enrico Ruggeri, ma il cantautore lo ritiene uno dei più importanti della sua vita. Perchè? “E’ un disco di svolta sonora, in un periodo di grande omologazione si distingue”. La diversità, la differenza, la varietà, la voglia di “sparigliare il mazzo” sono la chiave di tutto. “Non volevo creare un suono stereotipato – racconta -, quindi non ho avuto riferimenti, se non in negativo. Per esempio, ogni tanto mentre andavo in studio in macchina accendevo la radio per capire cosa non fare. Mi sembra di sentire sempre lo stesso suono, anche se cambia il pezzo. Ormai il momento più spettacolare in radio è la pubblicità”.

Un giudizio severo, che lo porta anche ad avere un’idea ben precisa sulla proposta delle quote di musica italiana da passare in radio: “Noi italiani siamo sempre proni verso quello che arriva da fuori, in questo ammiro i francesi che sanno vendere bene i loro prodotti. Noi siamo diversi, è giusto che una radio privata segua la sua linea editoriale. Ma il problema non è da dove arrivano le canzoni, il punto è che oggi in radio passano molta musica brutta”.

Un motivo di questa ‘bruttezza’, Ruggeri lo trova nella “miseria del lessico” di tanti cantanti e autori: “Quando sento te come soggetto, provo un dispiacere infinito. La maggior parte dei testi sono scritti da persone che non leggono libri e non hanno attenzione alla lingua. Se non leggi, non puoi scrivere. Di recente ho sentito qualcuno che diceva ‘ho scritto più libri di quanti ne abbia letti’, e viene detto con disinvoltura, come se fosse una cosa figa”. Enrico, però, qualcuno delle nuove generazioni lo salva. A partire da Ermal Meta, che compare anche nel brano ‘Un pallone’: “E’ un mio amico, uno dei pochi in questo ambiente. Abbiamo anche un vissuto comune, come me è partito da una band. C’era questa canzone e mi è venuto in mente lui, che è una persona sensibile e che libri li legge”.

In ‘Alma’ Ruggeri ha deciso di “sparigliare il mazzo” snche nei suoni, perchè “dopo l’esperienza con i Decibel negli ultimi anni non doveva essere un disco dei Decibel senza i Decibel”. E la differenza principale dagli ultimi due lavori con la band è che questa volta la musica l’ha scritta lui, “quindi avevo il doppio delle sillabe a disposizione per scrivere i testi”, sorride. Enrico, poi, ha scelto una produzione decisamente scarna: “Andavo in studio, spiegavo il pezzo alla band e iniziavamo a suonarlo finchè non ritenevamo fosse il momento di registrare. E’ un album fatto senza preproduzione”.

Il disco, Ruggeri lo presenterà in giro per l’Italia con due live molto diversi l’uno dall’altro. Alcune date saranno in acustico, altre in elettrico. La scaletta non è ancora decisa, “ma alle volte la cambio addirittura in corsa durante le serate”. Il tour partirà il 4 aprile dal Teatro Mascagni di Chiusi (Siena) e proseguirà in teatri e club, come sua abitudine: “A 20 anni ho scoperto che non avrei mai fatto San Siro, ma che non sarei mai scomparso. Non era quello il mio destino, la mia indole”. A San Siro, però, ci pensa spesso. Per esempio in occasione dell’imminente derby della sua amata Inter: “Cito Nereo Rocco: vinca il migliore? Speriamo di no, il Milan è più forte”.

Chiara Troiano (LaPresse)

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