Rischio clan nell’Asl di Caserta: il Prefetto ferma l’appalto

Rischio clan nell'Asl di Caserta, il Prefetto ferma l'appalto
Rischio clan nell'Asl di Caserta, il Prefetto ferma l'appalto

CASERTA (Renato Casella) Il prefetto di Napoli conferma l’interdittiva antimafia contro la Sigma srl, che gestisce i distributori automatici in ospedali, distretti e uffici dell’Asl Caserta, e l’azienda sanitaria risolve il contratto: la ditta ha tempo fino a domani per ritirare i distributori dalle strutture (compreso, quindi, gli ospedali di Aversa, Maddaloni, Marcianise, Piedimonte Matese, San Felice a Cancello, Santa Maria Capua Vetere e Sessa Aurunca). Lo ha deciso, con delibera firmata venerdì, il direttore generale dell’Asl Caserta Ferdinando Russo, su proposta della responsabile del servizio Provveditorato Marisa Di Sano. L’appalto aveva la durata di 5 anni e fu aggiudicato alla Sigma addirittura nel 2013; a novembre 2019 è stata avviata la nuova procedura e il rapporto contrattuale con la Sigma è stato prorogato fino alla conclusione della gara. Soltanto a gennaio scorso l’appalto è stato aggiudicato, ma sono ancora in corso le attività che precedono la firma del contratto. Il 20 aprile scorso la Prefettura di Napoli ha informato l’Asl di aver confermato l’interdittiva già emanata a dicembre 2021 nei confronti della Sigma. “Il rapporto contrattuale con la Sigma srl è risolto e pertanto giunto al termine”, si legge quindi nella delibera dell’Asl. 

L’interdittiva dell’ufficio del Governo di Napoli è basata su un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli ed eseguita il 22 ottobre dell’anno scorso dalla Squadra mobile del capoluogo partenopeo, su delega della Direzione distrettuale antimafia, contro il gruppo camorristico dei Cimmino-Caiazzo, attivo nella zona del Vomero e dell’Arenella. La gang è accusata di una serie di estorsioni  aggravate dal metodo mafioso a diversi esercenti della zona e di richieste di tangenti alle ditte vincitrici di appalti banditi dalle aziende ospedaliere Cardarelli e Federico II-Policlinico. Lo stesso gruppo aveva rapporti con altri clan napoletani, fra i quali quello dei Licciardi. Dalle indagini è emerso fra l’altro che un imprenditore, Giuseppe Sacco, pagava periodicamente la tangente al clan Licciardi per poter gestire il bar all’interno  del Nuovo Policlinico, ma al tempo stesso aveva rapporti stretti con il gruppo Cimmino-Caiazzo. Nello specifico, a motivare l’interdittiva contro la Sigma è il coinvolgimento nell’ordinanza di Guido Galano, 68 anni, imputato per associazione a delinquere di stampo mafioso e turbativa d’asta: dal 2018 al 2021 ha ricavato redditi dalla Sigma in quanto socio ed ex consigliere. E’ il fratello del legale rappresentante della società Nunzio Galano. Secondo la Prefettura di Napoli, Guido Galano sarebbe stato socio di Alessandro Esposito, pure lui imputato  per associazione a delinquere di stampo mafioso, con il quale avrebbe operato presso il Policlinico e il Cardarelli. Galano avrebbe inoltre pagato a Esposito tangenti, senza denunciarlo alle forze dell’ordine, e gli avrebbe chiesto di evitare di pagare un’altra estorsione. Infine, ai fratelli Galano vengono attribuititi collegamenti con il clan Moccia di Afragola, in quanto la sede operativa della Sigma si trova proprio in questa città. La società ha presentato ricorso al Tar contro le decisioni della Prefettura partenopea, notando fra l’altro che il tribunale dei Riesame ha escluso, nei confronti di Guido Galano, l’aggravante camorristica che originariamente gli era contestata. Inoltre, Galano si è dimesso dall’incarico di amministratore della Sigma subito dopo l’emanazione dell’ordinanza. Argomenti che però non hanno convinto né la Prefettura né i giudici del Tar Campania. 

E il Tar ‘conferma’ il provvedimento: legami con il clan dei Cimmino

Il 12 maggio scorso il Tar della Campania ha respinto con l’ordinanza 979 il ricorso della società Sigma srl che chiedeva la sospensiva del provvedimento interdittivo. I giudici della prima sezione (presidente Vincenzo Salamone) hanno infatti notato che “sebbene il Tribunale del riesame abbia valutato non sussistere il quadro della gravità indiziario circa la consapevolezza da parte di Galano Guido, socio della ricorrente Sigma srl, di agevolare l’interesse dei clan nella vicenda corruttiva relativa alla procedura di assegnazione del servizio di distribuzione di alimenti e bevande presso il Policlinico di Napoli nel quinquennio a partire dal 2018, con esclusione dell’aggravante di mafiosa, permangono tuttavia a carico di Galano elementi di controindicazione, emersi dalle indagini e individuabili nella soggiacenza alle richieste estorsive, nemmeno oggetto di denuncia”. Perché un provvedimento interdittivo venga adottato, hanno ancora scritto i magistrati amministrativi, è sufficiente la contiguità soggiacente agli ambienti della criminalità organizzata, non essendo richiesto che la contiguità abbia carattere compiacente. Anche il primo tipo di contiguità ha carattere insidioso “per la propria capacità comunque pervasiva di interferire nell’azienda e quindi nel tessuto economico locale”. 

Azienda sanitaria, Ferrante in corsa per succedere a Russo

Diversi nomi conosciuti della sanità casertana fra gli iscritti all’albo nazionale dei direttori generali di aziende sanitarie locali che hanno presentato domanda per guidare strutture in Campania. A cominciare dall’attuale direttore generale dell’Asl Ferdinando Russo, il cui incarico è fra i 13 in scadenza. Fra gli aspiranti a succedergli ci sarebbe Mario Nicola Vittorio Ferrante, che quindi tornerebbe a Caserta dopo l’esperienza come manager dell’azienda ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano”. In quest’ultima struttura ha lavorato – come direttore sanitario – anche Antonietta Siciliano. Aspirano al un incarico da direttore generale diversi dirigenti che sono – o sono stati – in forza all’Asl Caserta: l’attuale direttore amministrativo Amedeo Blasotti, l’ex direttore sanitario Pasquale Di Girolamo Faraone. Ancora, Carmine Lauriello direttore dell’Assistenza domiciliare, Salvatore Moretta, direttore del distretto sanitario di Teano, Arcangelo Correra, dirigente della struttura complessa di Formazione, Enzo Iodice, direttore delle Unità speciali di continuità assistenziale, Carmine Lauriello, responsabile dell’assistenza domiciliare integrata, Giancarlo Ricciardelli, dirigente dell’unità operativa per la Prevenzione collettiva. Pure Antonio D’Amore, attuale manager della Napoli 2 (per lui si parla del Cardarelli o della Napoli 1), e Angela Maffeo, adesso a Treviso, hanno un passato a via Unità Italiana. In elenco anche il direttore dell’Istituto zooprofilattico sperimentale per il Mezzogiorno Antonio Limone, in questo periodo molto impegnato con il territorio casertano per la questione della brucellosi bufalina. A giugno inizieranno i colloqui per le nomine, che saranno firmate dal governatore Vincenzo De Luca. Fra i vertici da rinnovare ci sono l’azienda ospedaliera dei Colli e le aziende ospedaliere universitarie Federico II e Vanvitelli. 

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