Trump ordina agli 007 di cooperare all’indagine Barr sullo ‘spionaggio’ della sua campagna

Il ministro della Giustizia Bill Barr prova a determinare se la sorveglianza da parte dell'Fbi della campagna di Trump fosse giustificata

WASHINGTON – Il presidente Usa, Donald Trump, ha ordinato ai servizi di intelligence di “cooperare rapidamente e appieno”. Con l’inchiesta del ministro della Giustizia Bill Barr su quello che ha definito lo “spionaggio” della sua campagna per le elezioni presidenziali del 2016. Lo riferisce la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, sottolineando che Barr ha “il potere assoluto” di declassificare ogni informazione rilevante. L’iniziativa giunge mentre l’amministrazione Trump si rifiuta di collaborare con le inchieste parlamentari lanciate dai democratici del Congresso. Che discutono di una procedura di destituzione del presidente.

Il ministro della Giustizia Bill Barr prova a determinare se la sorveglianza da parte dell’Fbi della campagna di Trump fosse giustificata. L’Fbi aveva aperto da luglio 2016 un’inchiesta sulle ingerenze di Mosca nella campagna per le presidenziali. Che si è in seguito interessata ai contatti fra l’entourage del candidato repubblicano e Mosca. A maggio del 2017 il procuratore speciale per il Russiagate, Robert Mueller, era stato nominato appunto per indagare sui sospetti di collusione del presidente. Che non ha mai smesso di denunciare quella che definisce una “caccia alle streghe” illegale.

Per Donald Trump, la sorveglianza della sua campagna elettorale è assimilabile allo “spionaggio” e lui aveva definito l’inchiesta sul Russiagate un “tradimento”. Durante un’audizione al Senato ad aprile, Bill Barr aveva dichiarato che la campagna per le presidenziali di Trump era stata “spiata”. “Penso che ci sia stato spionaggio. La questione è di sapere se fosse giusfificato. Non dico che non lo fosse, ma devo verificare”, aveva aggiunto.

Nel suo rapporto pubblicato a fine aprile al termine di quasi due anni di inchiesta, il procuratore speciale Robert Mueller ha riferito dell’ingerenza russa nelle presidenziali Usa. Ma ha concluso che la squadra della campagna di Donald Trump non aveva cooperato con Mosca. L’ex capo dell’Fbi, però, non ha esonerato il presidente dai sospetti di ostruzione della giustizia. Sottolineando che su questo punto è il Congresso ad avere la competenza per indagare.Informazioni


(LaPresse/AFP)

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