CAPUA – Il titolare di un bar l’anello di congiunzione tra Raffaele Gravante, 46enne, patron dell’ex ristorante Le Palme, e Gazmir Shahu, detto ‘Gas’, 40enne albanese: è la tesi della Squadra mobile di Caserta impegnata a tracciare i protagonisti del traffico di droga presente nella città di Capua e la vicina Santa Maria Capua Vetere. Se gli investigatori sono arrivati a mettere nero su bianco questa ricostruzione, inserita negli atti di indagine che hanno già portato a processo proprio Gravante e Shahu, accusati di spaccio di narcotici, è anche per i numerosi contatti telefonici (diretti e indiretti) intercorsi tra i tre. Gravante avrebbe interagito in cinque mesi, nel 2021, ben 456 volte con il patron del bar capuano e oltre 50 volte con ‘Gas’. Un altro albanese, ritenuto vicino a Shahu, avrebbe interloquito, secondo quanto riferito dalla polizia, 7 volte sempre con il barista. Un altro elemento che ha spinto i poliziotti a ritenere il commerciante 64enne coinvolto nel business della droga è una conversazione intercettata nel corso della quale dice di essersi adoperato per aver fatto recapitare a ‘Gas’ le “buste dei panni” preparate da Gravante. Ma per gli investigatori potrebbe trattarsi non di indumenti ma proprio di droga. Questo materiale sarebbe stato portato dal barista non direttamente a ‘Gas’. Il passaggio mediato da altri albanesi sarebbe stato voluto proprio da Shahu per evitare che fossero in molti a conoscere il suo domicilio. Tale spaccato investigativo, che sicuramente sarà approfondito dai poliziotti è contenuto, come già detto, nell’inchiesta che ha portato a processo Gazmir Shahu con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di un chilo e 397 grammi di marijuana, quantitativo rinvenuto dagli agenti nel locale cucina dell’ex ristorante La Palma, situato a Capua in via Brezza e di proprietà di Raffaele Gravante (a giudizio con Shahu). Insomma, quest’ultimo si sarebbe occupato di mantenere la droga che ‘Gas’ e i suoi sodali albanesi vendevano tra il 2021 e il 2022 a Capua e dintorni.
L’inchiesta della Mobile dimostra inoltre come ormai siano gli albanesi a gestire in provincia di Caserta una cospicua fetta del business della droga, non solo occupandosi dell’importazione dall’estero dei narcotici ma anche della vendita al dettaglio.
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