Alitalia, ai dipendenti il 50% dello stipendio di marzo. I sindacati al Governo: agire subito

Il restante 50% sarà erogato quando l'azienda avrà la disponibilità sul proprio conto dei 24,7 milioni di ristori europei

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

ROMA – Nuova mazzata per Alitalia. Con il futuro di Ita ora aperto (anche) a un possibile corpo a corpo con Bruxelles. Per lo stipendio di marzo i dipendenti dovranno infatti accontentarsi solo di mezza retribuzione, pagata oggi con valuta al primo aprile. Il restante 50% sarà erogato quando l’azienda avrà la disponibilità sul proprio conto dei 24,7 milioni di ristori europei. Una situazione preoccupante, proprio in prossimità delle feste pasquali. E che accentua un’incertezza totale figlia della completa stasi nelle trattative tra esecutivo e Commissione europea per l’avvio di Ita.

La richiesta dei sindacati

I sindacati del trasporto aereo rimangono sul piede di guerra e chiedono di avviare immediatamente la newco, con tre trattative private, per i tre diversi asset (Aviation, Manutenzione e Handling), che portino rapidamente alla partenza della nuova azienda. L’obiettivo dichiarato è un piano industriale più robusto che preveda almeno 75 aerei per l’estate 2021. Almeno 105 nel 2022 e la salvaguardia di tutti i lavoratori.

Una situazione insostenibile

“La situazione di Alitalia in As è diventata insostenibile, riteniamo che il governo debba intervenire al più presto per far decollare la nuova società e costruire il futuro, di questo passo c’è lo stillicidio degli stipendi”, spiega a LaPresse il segretario generale della Fit Cisl, Salvatore Pellecchia. Mentre dalla Uiltrasporti il leader Claudio Tarlazzi si scaglia contro l’Europa: “Esige azioni non percorribili se si vuole un’azienda competitiva sul mercato, crea palesemente vantaggio per i concorrenti”.

La manifestazione

Le parti sociali, che manifesteranno anche il 14 aprile, chiedono subito un’azione del governo, che sta valutando la situazione ormai da mesi. Gli incontri in videocall tra la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vetsager e i ministri competenti finora non sono mai arrivati a risolvere i nodi per Ita, con un ritardo che pesa di fatto sulla compagnia attuale (in difficoltà di cassa) e su quella nascitura (bloccata per la stagione estiva). Per dare il via libera alla newco, l’Ue chiede discontinuità e condizioni molto rigide, in primis la cessione di buona parte degli slot di Linate.

L’appello al governo

In pratica una cospicua parte di questi dovranno essere venduti a concorrenti come Ryanair, Lufthansa ed easyJet perché Ita avrà meno aerei della attuale compagnia. Trattamento però non riservato agli altri vettori quando hanno ottenuto l’ok della Ue agli aiuti di stato a causa del Covid. Poi rimane il tema dei lotti di manutenzione ed handling, che devono essere messi a gara e che Ita potrà rilevare solo per una quota di minoranza. Infine il nodo della società che gestisce il programma di fidelizzazione MilleMiglia: per l’Europa dovrebbe essere messa anche questa a gara, ma la nuova Az non dovrebbe poter partecipare.

Al momento sono tre ostacoli difficili da superare e che ieri hanno fatto sbottare il Mise. “Si ritiene dunque necessaria una nuova strategia di azione da concertarsi con Mef e Mims per permettere la continuità operativa della compagnia aziendale”. La tensione è alta e il tempo stringe: forzare la mano per il decollo della Nuova Alitalia potrebbe ora non essere solo un bluff nel momento clou della partita.

(LaPresse/di Alessandro Banfo)

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