Estorsioni agli imprenditori agricoli: i La Torre si riaffacciano sul Litorale

Sull’onda delle scarcerazioni eccellenti un parente del boss Augusto si sarebbe rituffato nel business del pizzo

Augusto La Torre

MONDRAGONE – Ci avevano già provato tra il 2016 e il 2018: dopo anni di silenzio, armandosi, smerciando droga e inserendosi nel business delle aste giudiziarie, alcuni esponenti dei La Torre (Chiuovi) si erano riaffacciati sulla scena criminale. Ma a bloccarli furono tre inchieste, condotte dai carabinieri del Reparto territoriale di Mondragone e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Adesso, sfruttando l’ondata delle ‘scarcerazioni eccellenti’, la compagine che aveva messo in piedi negli anni Novanta Augusto La Torre (ancora in cella), sta tentando, per l’ennesima volta, di rialzare la testa. E ad intestarsi la leadership di questa operazione criminale sarebbe un parente del boss che ha lasciato la prigione qualche mese fa. Un’offensiva malavitosa che ha il suo core business nelle estorsioni. Ma non (almeno non solo) a negozianti o a piccoli imprenditori. A quanto pare l’esponente dei Chiuovi ha mirato ai grandi imprenditori agricoli attivi a Mondragone e nella zona tra Carinola e Falciano del Massico.

Sfruttando la disgregazione dell’asse Fragnoli-Pagliuca-Gagliardi (intesa malavitosa messa in crisi dalle attività investigative che hanno portato in cella la maggior parte dei suoi esponenti), questo soggetto legato ai La Torre pare stia provando ad investire energie in un settore come quello delle estorsioni non molto frequentato (discorso diverso per lo smercio di droga, dove la concorrenza criminale è in crescita).
Il ripresentarsi sulla scena dei Chiuovi è coinciso (parzialmente) con il ritorno a Mondragone di uno dei boss che li aveva sostituiti al vertice della governance criminale del Litorale: parliamo di Giacomo Fragnoli. Scontata una condanna a 12 anni per mafia e pizzo, il figlio del capoclan Luigi ora è libero di muoversi in città (al netto di future misure di sorveglianza).

La speranza è che abbia voltato pagina, che si sia messo alle spalle le sue precedenti condotte malavitose. Se così non fosse, però, c’è il pericolo che possa dare seguito a quanto, stando alle dichiarazioni rese dal pentito Donato Pagliuca, aveva intenzione di fare quando si trovava ancora in cella: temendo che i La Torre potessero ripresentarsi sulla scena, spingeva affinché fossero allontanati da Mondragone e in una lettera avrebbe anche invitato, implicitamente, ad eliminarne fisicamente alcuni di loro. Insomma, ci sarebbero i presupposti di una faida. Ma gli investigatori, come hanno già fatto in passato (nel 2018), anche stavolta, in allerta massima, riusciranno a fermare la scalata criminale dei Chiuovi.

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