Giù le mani dal voto

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Vincenzo D'Anna
Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Vincenzo D'Anna

E’ storia vecchia quanto il mondo: coloro che vincono gioiscono, quelli che perdono recriminano. Tuttavia all’indomani del verdetto elettorale che ha sancito l’inequivocabile vittoria di Giorgia Meloni e di Fratelli d’Italia in primis e poi del centrodestra, quelli che hanno vinto stanno mantenendo un basso profilo e quelli che hanno perso si stanno agitando non per lamentarsi ma per rendere torbido il contesto. Bisogna ammettere che lo stile di Giorgia Meloni, nelle ore successive al vittoriosa esito elettorale, è stato apprezzabile: la “pasionaria”, infatti, ha ben controllato ogni eccesso verbale, con dichiarazioni pacate e responsabili, evitando finanche cortei di giubilo e variopinte scalmane con tanto di bandiere garrite al vento. Sul versante opposto, invece, quello della sinistra sonoramente battuta, ecco susseguirsi dichiarazioni insinuanti e tendenziose, volte a screditare la vittoria altrui. Il panorama delle prefiche, a queste latitudini, è apparso abbastanza variegato: noti giornalisti, intellettuali, artisti e finanche studenti che si son messi a occupare scuole (è accaduto a Milano)!

Alcuni artisti, tra i quali spiccano Asia Argento e Damiano dei Maneskin, Loredana Berte’, Belen Rodriguez, hanno minacciato addirittura di lasciare l’Italia, altri hanno invece detto che la vittoria del centrodestra rappresenta un giorno triste per il Belpaese. Stessi propositi di esilio volontario anche per il plagiatore, professionista arricchito dall’anti camorra, Roberto Saviano, nel mentre il fotografo Oliviero Toscani si è spinto fino all’oltraggio verbale dando del deficiente a chiunque abbia votato per la leader di FdI. Lungo e pertanto non elencabile, il novero di coloro i quali hanno dipinto come funerea e catastrofica la vittoria del centrodestra. Da Beppe Severgnini a Lilli Gruber, da Antonio Padellaro a Lucia Annunziata, et similia, aspettando il fiele di Travaglio. Insomma questi “sinceri democratici”, da sempre detentori e distributori di patenti di ortodossia democratica, non intendono…riconoscere la democrazia stessa, se questa si esprime contro i loro propositi e convincimenti. Nei prossimi mesi il combinato disposto tra moti studenteschi, proteste sindacali e di piazza, elucubrazioni televisive serali dei vari “maître a penser” di turno, artate polemiche delle opposizioni parlamentari, dovrebbero rendere irrespirabile l’aria al governo.

Eppure tutti i guai e tutti i nodi irrisolti, nessuno escluso, che sono oggi sul tappeto sono nati, cresciuti e pasciuti con al governo, in pianta stabile, anche il Pd ed M5S. Per quanto poco affidabile la memoria degli italiani, sembra abbastanza improbabile che la gente dimentichi chi ha governato negli ultimi dieci anni la nazione!! Tuttavia la faccia tosta e la velenosità intellettuale di molti di questi profeti di sventura è di uno spessore tale che tutto può essere possibile, soprattutto sulla spinta del malcontento popolare e dei morsi della crisi energetica ed economica. Se con Berlusconi ebbero molti argomenti e molti magistrati sui quali far leva per farlo fuori, non credo che la Meloni possa ricalcare le orme del Cavaliere, fornendo il destro ai suoi detrattori con scandali di vario tipo. Non sono lontani i tempi in cui la faziosità, la menzogna, la mistificazione della verità storica hanno consentito alla Sinistra ed ai Grillini di mostrarsi moralmente e politicamente ineccepibili, se non eticamente superiori.

Un vecchio arnese certamente utilizzato sara’ quello della rievocazione del fantasma fascista, dell’allarme democratico, degli appelli sottoscritti da gran parte di quel ceto radical chic che ha sempre spalleggiato la Sinistra, anche per le evidenti e lucrose carriere che sono state agevolate per molti di queste vestali dai candidi manti. Giornali, carrozzone Rai, emittenti anti berlusconiane, enti e partecipate dello Stato hanno ospitato i sacri lombi di molti di questi pensatori e libertari a senso unico. Imbottiti di boria e di sussiego, abituati a guardare gli altri dall’alto (delle comode pastoie) verso il basso, costoro continuano a considerare il popolo come bisognoso di essere illuminato e poi guidato (dai medesimi si intende), verso le future e progressive sorti. Pochi tra questi taceranno e giudicheranno il nuovo governo con un minimo di obiettività, forse contribuendo ad ampliare la simpatia popolare per la prima donna a presidente il Consiglio dei ministri.

Non mancherà la perfidia di rappresentare il nuovo esecutivo come espressione di una minoranza e di dubbia affidabilità presso le cancellerie europee, per poi far rimbalzare in Italia quei giudizi negativi che essi stessi hanno sollecitato. La Meloni ha diritto ad essere giudicata per quello che realmente realizzerà ,nelle condizioni in cui è costretta ad operare, senza pregiudizi e senza passioni. Soprattutto da quanti non l’hanno votata perché in democrazia non conta sapere chi comanda ma come controllare chi gestisce il potere con la critica costante ed obiettiva. Se chi deve esercitare questo ruolo si lascia andare nel pregiudizio, perdendosi nelle vecchie idiosincrasie ideologiche, sappia fin d’ora che dovrà tenere le mani lontano dal libero responso elettorale e della democrazia.

*già parlamentare
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