Liliana Resinovich, chiesta l’archiviazione: non fu ammazzata

TRIESTE – Liliana Resinovich non è stata ammazzata: tutto ciò che è emerso, alla fine delle indagini, è che la donna si sarebbe allontanata da sola in maniera “intenzionale” così come era “intenzionale la decisione di porre fine alla propria vita”.

Scomparsa il 14 dicembre 2021, Liliana Resinovich si sarebbe suicidata. La richiesta è stata sottoscritta dal sostituta procuratrice Maddalena Chergia, titolare del fascicolo, al termine di indagini andate avanti per un anno dalla squadra mobile di Trieste, coordinata dalla procura. “Nulla” scrive oggi il procuratore capo Antonio De Nicolo, è stato “trascurato di ciò che poteva essere ragionevolmente intrapreso per giungere ad una compiuta descrizione delle circostanze della scomparsa di Resinovich e per l’individuazione dei possibili reati”. Eppure “la sola ricostruzione degli eventi consegnata dagli atti processuali è quella dell’intenzionale allontanamento” di Liliana Resinovich “dalla sua abitazione e dell’altrettanto intenzionale decisione di por fine alla propria vita”.

Un esame “ragionato” dei complessivi risultati dell’indagine – i soli con i quali la Procura della Repubblica, ovviamente, è tenuta a confrontarsi – non consente altre ipotesi, e dunque “non legittima le illazioni arbitrarie e fantasiose germogliate qua e là nel gorgo mediatico che ha avviluppato questa vicenda e dal quale questo Ufficio s’è doverosamente tenuto lontano”. La ricostruzione dei fatti operata nella “richiesta di archiviazione appare completa ed esauriente”, scrive ancora De Nicolo. Nero su bianco, il procuratore capo triestino sottolinea che “non è necessario sciogliere il dilemma” se Resinovich sia morta il giorno stesso della scomparsa o qualche tempo dopo “per giungere all’archiviazione della vicenda: è sufficiente constatare che dalle indagini, scrupolosamente condotte, non è emersa, con un minimo di concretezza, alcuna ipotesi di reato specifica e perseguibile ai danni della deceduta”.

La donna, 63 anni, era scomparsa il 14 dicembre 2021, il suo corpo fu ritrovato il 5 gennaio 2022 nell’area boschiva dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni. Resinovich si sarebbe allontanata da casa e si sarebbe addentrata nel bosco dove poi è stato ritrovato il suo cadavere. Secondo quanto ricostruito, la donna avrebbe infilato la testa in due sacchetti di plastica neri dell’immondizia e sarebbe morta per asfissia.

(La Presse)

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