Pd, corsa alla successione di Renzi, spunta autocandidatura Zingaretti

ROMA (loredana lerose) – In casa Pd c’è chi pensa al congresso e chi alle alleanze. Dopo le dimissioni da segretario dell’ex premier Matteo Renzi e l’assegnazione della reggenza del partito al suo vice Maurizio Martina, il primo a farsi avanti per occupare la poltrona lasciata libera è Nicola Zingaretti, rieletto governatore del Lazio. Ma è subito polemica. “E il Lazio? Il bilancio da approvare? La situazione allo sbando di sanità, trasporti e rifiuti? Che importa! – scrive sui social Stefano Parisi – La campagna elettorale nel Lazio è servita unicamente per essere più forte di Matteo Renzi. E’ la solita spregiudicatezza della sinistra: mettere le istituzioni al servizio del partito! #bastasubire”. Atro nodo da sciogliere per i dem è quello sulle alleanze. Michele Emiliano, governatore pugliese, rilancia, a TgNorba24, l’ipotesi di aprire al M5S. “Consentire loro di formare un Governo e concertare con loro su punti specifici il nostro voto favorevole, a partire da quello di fiducia, purché si realizzino 15 punti – spiega b- Questo da un lato consente al Pd di modificare il programma del M5S, andando a negoziare questioni importanti, dall’altra parte permette lo sblocco dello stallo in cui rischia di finire il Paese. Sarebbe un atteggiamento politico di grande responsabilità, come chiesto in più occasioni dal Presidente della Repubblica. Ma adesso nel Pd è partita come al solito un’altra partita, che non è quella del Paese, ma la successione a Renzi – termina Emiliano – Se ci soffermiamo su chi deve controllare il partito, il consenso del Movimento 5 Stelle aumenta ancora”. Insomma mala tempora currunt.

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