Pd da solo con Mattarella. Ipotesi urne accelera percorso assemblea

Foto Ufficio Stampa Quirinale/Francesco Ammendola/LaPresse

di Elisabetta Graziani

Roma, 7 mag. (LaPresse) – Pieno sostegno dal Pd al ‘governo neutrale’ proposto dal presidente Sergio Mattarella che traghetti l’Italia fino a dicembre. E’ questa la linea uscita dal conclave di due ore convocato prima delle consultazioni da Maurizio Martina al Nazareno insieme ai big del Pd e esteso alle minoranze. Ed è questa la linea ribadita dal reggente dopo il discorso del Capo dello Stato. La scelta di Mattarella è stata “apprezzata” anche da Matteo Renzi che ha commentate molto positivamente le sue parole.

Nel corso del ‘caminetto allargato’ (presenti anche Marco Minniti, Carlo Calenda, Dario Franceschini, Andrea Orlando, Gianni Cuperlo, Antoci – in rappresentanza di Emiliano – e Piero Fassino) è stata sfumata la linea uscita dalla direzione. Se prima il Pd aveva detto di sì a un governo del Presidente a condizione fosse “con tutti dentro”, cioè con l’appoggio anche dei Cinquestelle e della Lega, ora il Pd dice ‘sì’ a prescindere. L’obiettivo, dicono i renziani, è sottolineare l’irresponsabilità di chi non ci sta e, come ha detto anche Mattarella, è pronto a portare il Paese al voto in condizioni critiche, viste anche le scadenze internazionali.

Il Pd però intanto si attrezza di fronte alla possibilità di tornare alle urne e valuta le diverse possibilità. Se si va a votare in autunno, i renziani vogliono le primarie, ma non è detto le ottengano. Se invece si va al voto in estate, sarà convocata l’assemblea nazionale per eleggere un segretario che stili le liste. La data potrebbe cadere molto presto, anche nel fine settimana del 19-20 maggio.

In quest’ultimo caso, si aprono diversi scenari: Maurizio Martina potrebbe essere sfidato da un candidato renziano come per esempio Lorenzo Guerini, sempre che accetti. Altrimenti la linea ‘governista’ del partito – quella in cui si riconoscono Dario Franceschini, Andrea Orlando, Piero Fassino, Gianni Cuperlo – potrebbe voler sfidare i renziani con un candidato di peso ancora maggiore che avrebbe vittoria facile.

E questa è proprio l’ipotesi che i renziani temono maggiormente. Il nome che circola è quello di Paolo Gentiloni, che più di un Dem vedrebbe anche come candidato premier “naturale” in caso di elezioni anticipate. Ipotesi però smentita e definita “fantasiosa” da fonti di palazzo Chigi, che sottolineano come il premier sia impegnato nel suo ruolo istituzionale.

L’idea è iniziata a circolare dopo che al Colle si era diffusa la voce che Gentiloni non sarebbe stato più protagonista di alcun esecutivo proprio in quanto potenziale candidato del Pd. Ma è stato lo stesso presidente del Consiglio a chiarire, in televisione da Fabio Fazio, di non avere alcuna intenzione di assumersi ruoli di primo piano a conclusione dell’attuale esperienza di governo.

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